lunedì 30 settembre 2024


23/08/2011 10:06:44 - Manduria - Attualità

La sua ricetta: uso per fini irrigui, ma anche un Piano Colturale

 
«L’utilizzo per fini irrigui delle acque del depuratore, trattate con le tecnologie della Tabella 4, favorirebbe una rivoluzione in agricoltura. Ma questo passaggio deve essere accompagnato e sostenuto da un vero e proprio Piano Colturale. Mi aspetto quindi che Vendola mantenga la promessa fatta, mesi fa, nel cinema Ideal di Manduria: avrebbe realizzato il depuratore consortile, ma prevedendo il riutilizzo delle acque in agricoltura».
Nel vivace dibattito sul recapito finale delle acque che saranno prodotte dal depuratore consortile, che dovrebbe nascere in località Specchiarica, interviene anche Salvatore Fanuli, esponente del PdCi-FdS.
«Sono contrario allo scarico a mare del depuratore» è il punto di partenza del suo intervento. «Scaricando a mare le acque trattate con un impianto di Tabella 1, come previsto attualmente dal progetto, si comprometterebbe non solo il tratto di costa antistante la località di ubicazione, ma gran parte del versante jonico e salentino della costa: il mare non è statico… Cosa propongo? Sicuramente l’uso irriguo delle acque, magari per favorire l’impianto, nella zona, di colture alternative a uva e olive (come gli ortaggi) o un tipo di coltura biologica. Con acqua a prezzi bassi, si ridarebbe linfa ad un’agricoltura che adesso vive uno stato di crisi. Ma c’è bisogno, innanzitutto, di finanziare, attraverso i fondi Fas, una variante al progetto, per prevedere le tecnologie di depurazione più avanzate (Tabella 4), e di elaborare, parallelamente, un Piano Colturale, che guidi gli operatori del settore. Proprio come un Piano Urbanistico disegna lo sviluppo delle volumetrie».
A questa proposta vengono opposte due obiezioni: innanzitutto l’età media molto alta degli addetti del settore agricolo (che non favorirebbe, almeno sulla carta, una trasformazione dei metodi di coltura della terra) e il recapito delle acque nei mesi (non pochi) in cui non è necessaria l’irrigazione dei campi.
«Se la gente sta abbandonando le campagne, magari optando per il fotovoltaico (che garantisce un reddito sicuro), è proprio per la scarsa remunerazione delle attività agricole, così come sono impostate oggi. L’assenza atavica di acqua irrigua ha condizionato non poco lo sviluppo delle aziende agricole, al contrario di quanto avvenuto nel versante occidentale della provincia o nel metapontino. A me risulta, però, che le aziende vitivinicole che sono nate negli ultimi anni sono gestite esclusivamente da giovani. E risulta pure che c’è chi affitta i terreni per coltivare gli ortaggi. Non sarei quindi pessimista. La soluzione per lo scarico delle acque nei periodi di piena? In quei mesi, a mio avviso, si potrebbe prevedere lo scarico in falda. Se l’affinamento avviene in Tabella 4, stiamo parlando di acqua che, secondo i progettisti, si potrebbe addirittura … bere. Perché, allora, vietare lo scarico in falda e consentire quello in mare?».
Infine una indicazione sulle strategie di lotta future.
«E’ semplice invitare la gente che sta a mare ad alzare le mani, formando la catena umana. Non è così, a mio avviso, che si ottengono i risultati politici. Andiamo a manifestare, tutti insieme, a Bari, portando delle soluzioni tecniche ineccepibili sul tavolo di Vendola».










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