lunedì 23 settembre 2024


27/08/2011 09:20:34 - Provincia di Taranto - Politica

Il capogruppo del Pd in Provincia di Taranto, Luciano Santoro, interviene nel dibattito sul futuro del nosocomio grottagliese

 
 
“Il San Marco va valorizzato, non denigrato. Esistono senza dubbio delle criticità e dei problemi per effetto dei tagli della manovra di rientro dal deficit sanitario, ma vi sono anche di punte di eccellenza che è necessario valorizzare e soprattutto difendere prossimamente con intelligenza e unità d’intenti”.
A sostenerlo è il capogruppo del Pd in Provincia di Taranto, Luciano Santoro, che torna sul delicato momento attraversato dalla sanità jonica e cittadina.
“Credo fermamente – sottolinea Santoro – che il modo migliore di difendere il nostro nosocomio non passi da sterili e strumentali polemiche, ma da un’ampia unità d’intenti che coinvolga, politica, comitati e operatori che aiuti le istituzioni a intraprendere percorsi credibili e condivisi, compatibili con il serio momento di difficoltà che anche la nostra Regione sta attraversando.
Il lavoro che in queste settimane ha intrapreso la III commissione consiliare presieduta dal consigliere comunale Antonio Mingolla - insieme al Sindaco Ciro Alabrese, neoeletto nella Rappresentanza dei Sindaci, così come il suo predecessore Raffaele Bagnardi – deve essere rivolto ad aprire un confronto costruttivo con il nuovo management dell’Asl di Taranto e in particolare con il nuovo direttore generale Fabrizio Scattaglia, al quale bisognerà chiedere quale modello organizzativo ha in mente per la sanità jonica, che superi la devastante stagione dei tagli e della razionalizzazione infrastrutturale e del personale.
Per ciò che riguarda Grottaglie, fanno bene coloro che evidenziano che la madre di tutte le battaglie è la difesa del nostro punto di eccellenza per definizione, che la per qualità delle risorse umane garantisce numeri così alti di prestazioni: il Punto Nascita.
Preservare il punto nascita significa migliorare la struttura ospedaliera con le quattro branche di base esistenti (partendo dai 101 posti letto che chiediamo comunque di rimodulare), che abbiamo faticosamente salvato nei terribili mesi che portarono ai tagli devastanti imposti dal piano di riordino mentre altri ospedali venivano chiusi, come giustamente ha ricordato il capogruppo del Pd del consiglio comunale di Grottaglie, Massimo Serio.
A tal proposito, è opportuno ricordare che, mettendo da parte per un attimo il pur importante piano di riordino, nelle prossime settimane i presidi ospedalieri pugliesi, e il San Marco non costituisce eccezione, saranno interessati da una rimodulazione dei Punti Nascita.
La revisione dei punti nascita è un atto necessario, che scaturisce da un accordo Stato-Regioni e che la Regione Puglia ha recepito con deliberazione n°131 del 31/01/2011.
Questi ultimi, su criteri determinati da un rapporto punti/popolazione (in Emilia Romagna, una regione con gli stessi abitanti della Puglia, i punti nascita sono 20 contro i nostri 42) verranno ridotti drasticamente sulla base di 10 punti di valutazione.
Tra i punti maggiormente significativi compaiono il numero di parti annui (non inferiore ai 500); la presenza delle 4 branche di base; il collegamento adeguato con centri di secondo livello; la struttura alberghiera.
Partendo da questi principi, la conferma del reparto di ginecologia/ostetricia del San Marco risulterebbe prioritaria per diverse ragioni; sarebbe infatti impensabile fare a meno della struttura, vista la carenza di posti letto del S.S. Annunziata e l’inadeguatezza strutturale e logistica di Manduria, così come denunciato in questi giorni da alcuni organi d’informazione, che ha fatto si che anche per l’assenza di personale, nei giorni scorsi tutto il lavoro venisse assorbito senza nessuna complicazione presso l’Ospedale di Grottaglie.
Nonabbassiamo la guardia sul San Marco, ma facciamolo senza strumentalizzazioni e demagogie fuori luogo e fuori contesto, cercando di non aumentare le difficoltà dei cittadini e di chi quotidianamente è in corsia – medici e non solo - e prova a dare tempestive risposte alla domanda di salute che trova negli ospedali il primo presidio sanitario”.










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