lunedì 30 settembre 2024


31/08/2011 11:23:15 - Manduria - Attualità

Botta e risposta fra progettisti del Piano e titolari delle aziende agricole nel convegno di lunedì scorso

 
Le Riserve Naturali Orientate del Litorale Tarantino Orientale rappresentano un laboratorio che può fungere come uno dei punti di partenza per la rinascita della città di Manduria? Oppure, attraverso i suoi vincoli, costituirà la mazzata definitiva per le tante aziende agricole che ricadono all’interno delle quattro aree tipizzate del parco?
Il dubbio è sorto spontaneamente fra coloro che hanno assistito, l’altro ieri, al primo incontro per la presentazione degli strumenti di pianificazione delle Riserve Naturali. I tecnici, dopo l’introduzione del direttore Alessandro Mariggiò, hanno illustrato il Piano del parco, il Regolamento e la Valutazione Ambientale Strategica, ma i proprietari delle storiche aziende agricole che rientrano nelle aree perimetrate delle Riserve Naturali hanno, ben presto, indicato una serie di “contraddizioni” contenute all’interno del Piano, che non è ancora definitivo.
«Nell’area B è impedito l’uso delle macchine agricole all’interno delle nostre aziende» è stato fatto notare, a più riprese, dagli imprenditori presenti. «Vorrà dire che ritorneremo ad arare il terreno con le zappe? Oppure che raccoglieremo le olive con i panieri? E come dovremo trasportare il raccolto? Utilizzeremo di nuovo i cavalli?».
I tecnici (l’arch. Stefania Sansevrino, l’ing. Antonio Gigli, e le dott.sse Fausta Marasco e Guido Palma) hanno replicato facendo osservare, innanzitutto, che la bozza del Piano, non ancora definitiva, è nata rispettando le indicazioni delle leggi regionali. Inoltre, Fausta Marasco ha distribuito ai presenti un questionario, che ha la finalità di raccogliere le osservazioni e le obiezioni degli interessati, che saranno poi vagliate insieme ai tecnici della Regione Puglia.
«Dal momento della conclusione della Valutazione Ambientale Strategica, gli imprenditori e, più in generale, i proprietari dei terreni avranno sessanta giorni per produrre delle controdeduzioni» ha ricordato Fausta Marasco. «E’ nostra intenzione incontrare e ascoltare più volte i titolari delle aziende agricole, cercando di venire incontro alle loro esigenze. Chiaramente, nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti».
Globalmente, è stata notata una certa diffidenza da parte dei tanti imprenditori presenti alla riunione.
«Non accettiamo lezioni sul rispetto dell’ambiente» hanno argomentato ancora i titolari delle aziende agricole che ricadono all’interno delle Riserve Naturali. «E’ proprio grazie alla nostra sensibilità se gli habitat di quei territori sono rimasti integri. Altrimenti, negli anni ’70, avremmo potuto lottizzare quei terreni e le Riserve Naturali non sarebbero mai nate…».
Da una parte, quindi, c’è la necessità di approvare strumenti che in grado di “tutelare i valori naturali e ambientali nonché storici, culturali, antropologici e tradizionali”. Dall’altra c’è la resistenza dei titolari delle aziende agricole, che non gradiscono i vincoli rigidi (che potrebbero mettere a rischio anche la sopravvivenza della loro azienda, in un periodo di grave crisi per l’agricoltura), su terreni di loro proprietà.










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