lunedì 30 settembre 2024


06/09/2011 19:13:04 - Manduria - Attualità

«Non ci fermeremo finchè non avremo garanzie di lavoro e di pratiche trasparenti a tutela dei lavoratori».

 
La Fiom Cgil prende posizione nella vertenza aperta con l’azienda manduriana Fima.
«Si tratta di una azienda che produce macchine agricole e che a noi risulta sia economicamente “sana”» spiega Stefano Sgobbio, della segreteria della Fiom, presente ieri mattina a Manduria insieme al segretario generale Rosario Rappa. «Peraltro abbiamo copia di una intervista che il titolare dell’azienda, Luigi Blasi, ha rilasciato ad un giornale emiliano, zona in cui egli amministra un’altra impresa che opera nello stesso settore. In quel giornale Blasi è ottimista sul futuro del settore».
I primi conflitti fra azienda e sindacato nascono nel mese di giugno.
«Ventuno dei quarantasei operai si sono iscritti, liberamente, al nostro sindacato. Ebbene, dopo qualche giorno, quasi tutti (ben quindici su ventuno), decidono di cancellarsi dal sindacato. Una decisione quanto meno strana, perché nessuno aveva obbligato questi dipendenti ad iscriversi al sindacato… Abbiamo chiesto un primo incontro, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Allora abbiamo chiesto nuovamente l’incontro attraverso l’Ufficio Provinciale del Lavoro. In quella circostanza, il 26 luglio scorso, si è presentato solo il legale dell’azienda, che ha fatto riferimento a difficoltà produttive. Da parte nostra vi era e vi è solo la volontà di addivenire, insieme all’azienda, ad alcune intese che abbiano come unico obiettivo quello di applicare correttamente la legge. Null’altro».
Nei giorni scorsi si sono verificati altri episodi.
«Ben 36 unità, su un totale di 46 dipendenti, si sono stranamente licenziate in blocco, con l’azienda che annuncia di non essere più in grado di portare avanti i propri progetti» continua Rosario Rappa. «E’ irrituale, per non dire paradossale, che, in un momento di grave crisi economica e in un’area in forte tensione sociale, ben 36 dipendenti lasciano il proprio posto di lavoro, rinunciando, in tal modo, anche a tutti i benefici previsti dalla legge e agli ammortizzatori sociali. Il 30 agosto, poi, l’azienda annuncia il licenziamento di sei dei dieci dipendenti rimasti ancora in organico. Chiaramente questi sei sono tutti iscritti al sindacato… Non sappiamo se l’azienda è ancora attiva: ora ha solo 4 dipendenti. Si tratta di una vicenda dai contorni poco chiari, per quale la Fiom e il proprio ufficio legale ha già presentato un esposto, denunciando le irregolarità contributive e retributive».










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