lunedì 30 settembre 2024


16/09/2011 10:13:39 - Manduria - Attualità

Ci sarebbe anche il suolo, in contrada Marina. Ma l’Aqp si è riservata la risposta

 
L’Amministrazione Comunale di Manduria ha ufficialmente presentato all’Acquedotto Pugliese un’alternativa concreta al recapito finale dei reflui depurati. Nel corso dell’incontro con i tecnici dell’Acquedotto Pugliese e dell’Arneo, i due rappresentanti del Comune di Manduria (l’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Curri, e il dirigente del’Ufficio Tecnico, Pescatore), hanno depositato la delibera di giunta approvata l’altro ieri.
«Nei giorni scorsi, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Fabiano Amati, ha inaugurato, a Melendugno, un impianto di bio-fitodepurazione» fa notare l’assessore Curri. «L’assessore Amati, rilasciando alcune dichiarazioni ai mass media, ha affermato che quello di Melendugno è il primo impianto di questo tipo in Italia, augurandosi possa diventare un esempio da imitare, in modo tale da eliminare il luogo comune secondo cui depurazione significa solo trattamento di reflui. Quello di Melendugno, poi, è il più grande impianto di fitodepurazione d’Italia, tra i primi d’Europa per grandezza e capacità di portate di reflui civili, nonchè vincitore del premio nazionale “Pianeta acqua 2011”. Perché non realizzare, allora, un impianto simile anche a Manduria?».
L’impianto di fitodepurazione delle acque provenienti dall’impianto consortile di depurazione di Melendugno, del valore di 2,2 milioni di Euro, è stato realizzato con fondi della Regione Puglia e comprende 6 vasche in successione e comunicanti, che occupano una superficie pari a circa 5 ettari. L’impianto si presenta come un bacino palustre naturale ed è il più grande d’Italia riprodotto artificialmente. L’impianto di fitodepurazione o area umida artificiale (“Constructed Wetland”) rappresenta un’alternativa ai trattamenti finali della depurazione tradizionale, rispetta l’ambiente ed è vantaggioso dal punto di vista economico (risparmio d’energia elettrica, limitati costi di gestione) ed ambientale (attraverso un miglior impatto sul paesaggio, la eliminazione di trattamenti di disinfezione e loro sottoprodotti).
«Nella delibera consegnata ai tecnici dell’Acquedotto Pugliese, abbiamo indicato anche il terreno di proprietà comunale in cui potrebbe sorgere l’impianto di fitodepurazione: è in contrada “Marina” e ha una superficie utilizzabile di circa 25-26 ettari» prosegue ancora l’ing. Curri. «L’Acquedotto Pugliese ha preso atto di questa richiesta, ma non si è espresso. Uno dei tecnici, l’ing. Andriani (è un capo area), ha assicurato la propria presenza alla seduta del Consiglio intercomunale del 23 settembre. Ci auguriamo che in quella data Amati (che si è detto entusiasta a Melendugno per questa svolta) e Andriani possano accettare ufficialmente la nostra proposta, accogliendo, così, le giuste rimostranze di tutta la popolazione interessata».










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