lunedì 30 settembre 2024


24/09/2011 07:09:19 - Manduria - Attualità

L’ing. De Cillis: «Tale superstrada, con le relative strade di servizio laterali, molto larga con svincoli tipo Los Angeles, andrebbe a distruggere l’interessante paesaggio ancora intatto posto a cavallo della “Tarantina”»

 
«Appare per lo meno singolare che per “valorizzazione turistica” di un’area si intenda non già l’eliminazione di tutti quegli interventi e manufatti che ne abbiano nel tempo compromesso l’originaria bellezza, ma, al contrario, la costruzione di nuove faraoniche infrastrutture, cioè l’immissione nella stessa di ulteriori tonnellate di cemento e asfalto».
Ci sono ancora quattro giorni utili per poter produrre delle eccezioni al progetto della Talsano-Avetrana. Al coro dei contrari, si aggiunge anche l’Archeoclub di Manduria, che esprime il proprio dissenso verso quest’opera.
«Tale superstrada, con le relative strade di servizio laterali, molto larga con svincoli tipo Los Angeles, andrebbe a distruggere l’interessante paesaggio ancora intatto posto a cavallo della “Tarantina”» sostiene l’ing Sergio De Cillis, presidente di questo sodalizio, nella lettera inviata a Regione, Provincia, Comune di Manduria e Soprintendenza. «La strada 174, detta “Tarantina”, attraversa uno dei pochi territori della nostra Provincia ancora integri dal punto di vista ambientale, di grande valenza paesaggistica, non inquinato dalla presenza di fabbricati o insediamenti antropici recenti. Infatti, essa si snoda attraverso uliveti secolari, boschi, macchia mediterranea, lambendo masserie, muretti a secco, edifici rurali (trulli), ecc.: un patrimonio agricolo e architettonico di grande pregio e interesse, nella sua unicità. Tutto ciò premesso, proponiamo una riqualificazione e messa in sicurezza della suddetta strada provinciale con interventi minimi, tesi anche al recupero e alla valorizzazione di angoli visuali, ed elementi di architettura rurale, in alternativa alla landa, “aliena”ed alienante, di asfalto e cemento proposta.
Esprimiamo, inoltre, la nostra preoccupazione che la scelta che si va compiendo possa avere le medesime sciagurate conseguenze di quella a suo tempo compiuta con la realizzazione della Litoranea Salentina: la devastazione di un territorio incontaminato, con la proliferazione di una urbanizzazione incontrollata, che ha compromesso, lungi dal favorire, qualunque modello di sviluppo turistico, che non fosse la follia collettiva delle seconde case».










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