lunedì 30 settembre 2024


24/09/2011 07:31:28 - Manduria - Attualità

L’assessore regionale Amati ha spiegato le controindicazioni delle altre proposte

 
Un impianto di depurazione con tecnologie ancora più avanzate da quelle previste con la Tabella 4. Si passerebbe, ovvero, dalla depurazione all’affinamento delle acque, che sarebbero poi riutilizzate in agricoltura. Ma con la necessità, comunque, di realizzare una condotta sottomarina, da utilizzare nei periodi dell’anno più piovosi, in cui i campi non abbisognano di irrigazione.
E’ l’impegno che ha assunto, formalmente e ufficialmente, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Fabiano Amati, nel corso della lunghissima seduta del Consiglio Comunale di ieri sera sul depuratore consortile, aperta agli altri sei sindaci della zona (Avetrana, Maruggio, Sava, Lizzano, Erchie e Torricella), e all’assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva. Seduta che ha registrato anche la partecipazione di diversi consiglieri regionali: Pentassuglia, Cervellera (questi ultimi due sono rimasti presenti sino alla fine dei lavori), Sala, Chiarelli, Lospinuso.
«Questo è l’impegno che mi sento di assumere» ha affermato Fabiano Amati al termine di un lungo discorso. «Credo che la cifra (tre milioni di euro) stimata dall’Arneo per rimettere in funzione le varie condotte irrigue esistenti nel territorio, non sia neppure esosa. E’ una strada, quindi, che si può percorrere. Serve, però, la condotta sottomarina come soluzione nei periodi del cosiddetto “troppo pieno”, quando, ovvero, l’acqua non serve alle campagne. Non dimentichiamo, comunque, che stiamo parlando non solo di acqua depurata ai massimi livelli, ma addirittura anche affinata».
A questa proposta Amati è giunto dopo aver escluso, una per una, le altre proposte che, in quasi quattro ore di dibattito, erano state avanzate.
«La soluzione ideale a questo problema non si può attuare perché, da anni, il Governo (che si dimostra sordo), ci nega una deroga al Codice dell’Ambiente che la Regione sta chiedendo e che consentirebbe lo scarico in falda» ha dichiarato Amati. «Deroga che si giustifica dal quadro geomorfologico della regione Puglia, che è forse l’unica, in Europa, a non avere corsi d’acqua, con il grado di salinità della falda acquifera che va sempre più aumentando. Non potendo percorrere questa strada, dobbiamo trovare delle soluzioni che siano realmente valide, tenendo anche presente della procedura di infrazione già attivata, perché il depuratore di Manduria (ad essere buoni…) funziona con un trattamento primario e scarica in falda, mentre Sava non dispone di allaccio ad alcun depuratore. Se non facciamo in fretta, potremmo essere condannati a pagare una sanzione di 100.000 euro al giorno…».
Poi Amati ha spiegato le proprie perplessità sulle altre proposte avanzate.
«Si fa riferimento all’impianto di fito depurazione di Melendugno. Innanzitutto questi tipi di impianti sono indicati per utenze modeste (5.000 abitanti). Poi, dopo il trattamento del depuratore e dopo l’ulteriore passaggio di sanificazione nelle vasche, c’è comunque la condotta sottomarina. Le trincee drenanti? Qualunque tecnico è consapevole che funzionano bene per 3-4 anni. Poi vanno in asfissia e occorre ripetere tutti i lavori realizzati per costruirle. Io sono per il riutilizzo dell’acqua in agricoltura. Assumo l’impegno di far affinare le acque, ma serve la condotta sottomarina».
Su questa proposta, che è sembrata comunque convincente, si svilupperà ora il dibattito fra le forze politiche e cittadini.










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