lunedì 23 settembre 2024


26/09/2011 07:20:40 - Manduria - Politica

«E’ una grande vittoria, ma resta una tappa intermedia»

 
«Quella di venerdì è stata una grande vittoria, ma resta una tappa intermedia. “Incassiamo” l’impegno assunto da Amati di dotare l’impianto per Manduria e Sava delle tecnologie di affinamento delle acque e di riutilizzare le stesse a fini irrigui, sostenendo l’onere, di ben 3 milioni di euro, per rimettere a nuovo la rete di irrigazione dell’Arneo. Ma noi non ci fermiamo: lotteremo ancora per evitare lo scarico a mare e per individuare un altro sito per l’ubicazione del depuratore».
Paolo Tommasino giudica positivamente gli impegni assunti dall’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Amati.
«Non dobbiamo dimenticare da dove eravamo partiti» è la premessa del primo cittadino di Manduria. «Con l’o.k. alla Valutazione di Impatto Ambientale (e con l’avvio delle procedure di esproprio), la Regione, aveva stabilito di procedere con un impianto con tecnologie di Tabella 1-2 e con lo scarico a mare di tutti i reflui. Non dimentichiamo che Acquedotto e Regione sostenevano che, in zona, non ci fossero reti per l’irrigazione dei campi e che i terreni della zona interessata dal depuratore avessero una morfologia poco indicata per le trincee drenanti. Io e la mia Amministrazione abbiamo saputo dimostrare, invece, che una rete per l’irrigazione esisteva seppur non più perfetta: è quella dell’Arneo, ente che ha dimostrato, attraverso una perizia, che potrebbe ritornare a essere funzionante con un investimento di circa tre milioni di euro. Abbiamo anche dimostrato attraverso uno studio geologico che, all’interno dei 100 ettari di nostra proprietà di contrada Marina, vi sono circa 20 ettari che hanno un sottosuolo idoneo per le trincee drenanti. Grazie a queste nostre azioni, l’Acquedotto Pugliese ha dovuto intavolare un dialogo con l’Arneo e l’assessore Amati ha dovuto prendere in considerazione l’ipotesi del riutilizzo in agricoltura delle acque depurate. In Consiglio, l’altro ieri, Amati ha preso due fondamentali impegni: migliorare ulteriormente le tecnologie di depurazione delle acque (si passa dalla Tabella 4, da noi tutti auspicata, all’affinamento delle acque) e finanzierà gli interventi per rendere nuovamente ottimale la rete irrigua dell’Arneo (circa 3 milioni di euro di investimento). Altro che non abbiamo ottenuto nulla, come ha sostenuto la minoranza in Consiglio… Ma questo non significa che siamo paghi. La nostra azione continua».
Tommasino indica i prossimi due obiettivi.
«Non vogliamo lo scarico a mare delle acque, neppure affinate. La mia idea è di incastrare le varie possibilità esistenti. Abbiamo ottenuto il riutilizzo a fini irrigui, ma possiamo evitare lo scarico a mare realizzando, in circa 5 ettari della nostra proprietà di contrada Marina, delle trincee drenanti da utilizzare per il “troppo pieno”, quando, ovvero, c’è meno richiesta di acqua a fini irrigui. Amati ha sostenuto che una trincea drenante riesce a funzionare non più di 4-5 anni? Vero, ma questo accade se la trincea drenante funziona a regime. Noi la utilizzeremo per il 30%, solo in certi periodi dell’anno. Innanzitutto perché gran parte dell’acqua, in diversi mesi, sarà utilizzata a fini irrigui. Poi perché noi intendiamo far nascere, nella stessa zona delle trincee drenanti, insediamenti turistico-residenziali, con, ad esempi, pinete, laghetti o campi da golf, che assorbiranno altra acqua. Si dovrebbero risparmiare i circa 3 milioni occorrenti per la condotta sottomarina, per realizzare le trincee drenanti, peraltro su terreni che sono già di nostra proprietà».










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