lunedì 30 settembre 2024


30/09/2011 11:18:33 - Manduria - Attualità

«Le regole servono. Sono il presupposto per essere felici e soprattutto fanno le persone libere»

 
Non una lezione, ma un dialogo sulle regole e sui concetti di diritto, di libertà e di legalità.
Il magistrato Gherardo Colombo ha ieri mattina preferito cercare il contatto con gli studenti del liceo classico “De Sanctis” e scientifico “Galilei”. Li ha stimolati e, con l’abilità di un docente esperto, è riuscito a prenderli per mano sino a coinvolgerli in una articolata riflessione su tematiche di grande importanza, nonché di rilevante attualità. Facendo maturare in loro, al termine di un percorso tutt’altro che casuale, nuove idee sulla Costituzione, sull’uguaglianza, sulle pari opportunità, sui diritti e sui doveri.
“I ragazzi e la legalità” era il tema dell’incontro che, promosso dalle due scuole di Manduria e dall’agenzia editoriale Alfa Libri, è stato aperto dai saluti della dirigente scolastica Micelli e dalla dotta introduzione del docente universitario Cataldo De Sinni.
«Quale rapporto intercorre fra le regole e la possibilità di essere felice?». E’ stata questa la prima domanda che il magistrato del pool “Mani Pulite” ha rivolto agli oltre duecento studenti presenti. Dal vivace dibattito che si è sviluppato, è scaturito che «la felicità esiste quando una persona può autodeterminare il proprio futuro» e, quindi, «quando c’è libertà».
Libertà, però, che è condizionata dal rispetto delle regole, che in taluni casi aiutano il soggetto lungo la strada della proprio realizzazione, mentre altre volte la ostacolano.
«Le regole servono» ha sostenuto il magistrato, autore del libro “Sulle regole”. «Sono il presupposto per essere felici e soprattutto fanno le persone libere. Perchè permettono di scegliere».
Ma non tutte le regole (e con esse le leggi, che sono una loro sottospecie) hanno sempre fatto felici le persone.
«Ricordate quando, sino a qualche decennio fa, una donna adultera perdeva, di fatto, la dignità. Al contrario dell’uomo, che invece poteva, pur sposato, innamorarsi di un’altra donna, senza per questo incorrere in violazioni di legge» è stato l’esempio cui è ricorso Colombo. «Non credo che la donna, che non aveva neppure il diritto di votare, fosse felice per il rispetto di determinate regole. Quella era una regola ingiusta perché frutto dei valori di rispetto degli uomini di quel periodo e dell’assenza dei principi di uguaglianza Ma, fortunatamente, si verificano dei cambiamenti di pensiero, che sono paralleli all’evoluzione della cultura dell’uomo».
Un altro dei tanti concetti esposti da Gherardo Colombo è legato all’importanza del sapere.
«E’ libero soltanto chi sceglie. E non si può scegliere e non siamo liberi senza sapere. Ecco, a scuola venite per sapere, per essere liberi. Venire a scuola è, per voi, forse una regola poco felice. Le regole possono limitarci, è vero ragazzi. Ma possono darci anche tante possibilità di essere liberi e di avere pari opportunità con tutti».










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