lunedì 30 settembre 2024


19/10/2011 06:28:52 - Manduria - Attualità

Manduria isolata nell’assemblea del consorzio Ato Rifiuti Ta 3

 
L’alternativa al sopralzo della discarica di contrada “Chianca”, voluta da 16 comuni del Consorzio Ato Rifiuti Ta 3 e osteggiata dall’intero Consiglio Comunale di Manduria, è, al momento, il ristoro dei mancati guadagni della società “Manduriambiente”, stimati, unilateralmente, in oltre 23 milioni di lire. Somma, da ripartire in base al numero degli abitanti e ai rifiuti conferiti, fra i 17 comuni dell’ambito territoriale, con il concreto rischio della bancarotta per gran parte di questi. Manduria pagherebbe il conto più salato: 4 milioni e 744.000 euro. Segue Grottaglie, con 3 milioni e 300.000 euro. Pulsano dovrebbe versare a “Manduriambiente” oltre 2 milioni di euro. Leporano, Lizzano, Maruggio San Giorgio Jonico, San Marzano e Sava dovrebbero pagare una somma oscillante fra il milione e i due milioni di euro. Avetrana, Carosino, Faggiano, Fragagnano, Monteparano, Roccaforzata e Torricella, infine, dovrebbero pagare una cifra inferiore al milione di euro.
Più volte, in passato, “Manduriambiente” aveva evidenziato la “necessità di recuperare i volumi illegittimamente occupati con la frazione secca”. Frazione secca che da anni viene stoccata in ecoballe all’interno delle varie vasche della discarica di contrada “Chianca”. Ciò avviene perché l’impianto che serve i 17 comuni del consorzio non è attrezzato per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Continuando a stoccare le ecoballe, i volumi della discarica si esauriranno nel 2012; viceversa, la chiusura del ciclo dei rifiuti sarebbe avvenuta nel 2016.
“L’offerta presentata in sede di gara e recepita in convenzione, con riferimento alla frazione secca, espressamente prevede che questa deve essere stoccata in apposite aree per un tempo non superiore a sette giorni» sostiene “Manduriambiente”. “La successiva destinazione di tale tipologia di rifiuto è estranea agli accordi contrattuali e doveva essere disciplinata dal Consorzio, che avrebbe dovuto individuare un soggetto cui affidarne il prelievo e il trasporto all’impianto di smaltimento del bacino di competenza. L’incremento volumetrico richiesto è funzionale, da un lato, a scongiurare gli effetti negativi del prossimo esaurimento della discarica, e, dall’altro, a consentire la ridefinizione del quadro economico-finanziario della concessione, anche con riferimento allo smaltimento, già effettuato, della frazione secca”.
Manduria ora spera in un parere negativo relativo alla valutazione di impatto ambientale sia da parte della Provincia, sia da parte della Regione, enti competenti in materia. Ma bisogna anche capire come fare, in alternativa, a far fronte alle richieste economiche della società “Manduriambiente”: è facile immaginare contenziosi milionari, dall’esito a forte rischio per i Comuni. Se condannati a pagare, i Comuni non avrebbero le risorse sufficienti. Sempre che non decidano di recuperare la somma facendo salire alle stelle la tassa sulla raccolta dei rifiuti.
Un altro problema molto serio è legato all’esaurimento imminente della volumetria della discarica. Benché il rischio sia noto da tempo, nessuno si sta muovendo per individuare un altro sito (di un altro comune chiaramente), ove realizzare una nuova piattaforma. E il 2012 è alle porte…










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