lunedì 30 settembre 2024


05/11/2011 10:30:55 - Manduria - Attualità

Il grosso errore degli schieramenti politici di dividersi anche in questa battaglia

 
«Il depotenziamento dell’ospedale di Manduria, primo atto verso una probabile chiusura del nosocomio, è un atto illegittimo e intollerabile».
Da Manduria si annuncia il ricorso al Tar al fine di inficiare i provvedimenti del commissario straordinario della Asl jonica relativi al “Marianna Giannuzzi”. Provvedimenti che contrastano con quanto stabilito nel Piano Attuativo Locale dalla Regione Puglia, che individuavano nel “Giannuzzi” un ospedale di livello intermedio. E poiché violano quel Piano, che ha privato l’ospedale di Manduria già del reparto di Ginecologia e Ostetricia, oltre che del Nido, e ha posto le condizioni per la prossima chiusura dei reparti di Ortopedia (è rimasto solo un medico) e di Pediatria (sono stati trasferiti quattro infermieri e, probabilmente, non si riuscirà a garantire la copertura dei tre turni), il Comune di Manduria (e con esso anche gli altri centri della zona) affiderà l’incarico ad un legale amministrativista per impugnare l’atto dinanzi al Tar.
«E’ in atto un’autentica spogliazione dell’ospedale di Manduria, attraverso la chiusura proditoria dei suoi Reparti» hanno scritto ieri in un comunicato i consiglieri regionali del PdL Pietro Lospinuso, Arnaldo Sala e Gianfranco Chiarelli, nonché i sindaci di Manduria (Tommasino), di Fragagnano (Andrisani), di Lizzano (Macripò), di Avetrana (De Marco), di Torricella (Depascale) e di Maruggio (Chimienti). «Trattasi di un’operazione al tempo stesso giuridicamente illegittima, non essendo tali amputazioni previste da alcuna programmazione ospedaliero regionale, ivi compreso il recente “piano di rientro”, e politicamente intollerabile, rivelatrice com’è di una volontà del tutto arbitraria e socialmente inaccettabile di chiudere l’ospedale di Manduria, scoprendo il vasto e popoloso territorio che esso serve
A carico dell’intera provincia jonica, già pesantemente penalizzata in materia ospedaliera sul fronte occidentale e anche nel Comune capoluogo, un’ulteriore conferma di una ostinata volontà di prevaricazione sul terreno che dovrebbe essere sacro del diritto costituzionale alla salute: la chiusura del cerchio della più vergognosa delle discriminazioni».
Al termine della manifestazione di ieri mattina (alla quale hanno partecipato, oltre ai rappresentanti regionali del centrodestra e ad alcuni sindaci della zona, alcune centinaia di persone), conclusa con un incontro con il direttore sanitario del “Giannuzzi”, è stata anche avanzata l’ipotesi di passare a proteste più clamorose.
«A fronte di tanta gravità, non si può non comprendere la volontà delle comunità locali, rappresentate dai sindaci, di occupare a tempo indeterminato la Direzione Generale della ASL TA”».
Nel pomeriggio, poi, vi è stata un’altra assemblea, questa volta indetta da un comitato spontaneo. Lunedì, invece, vi sarà la manifestazione del centrosinistra.
I partiti, così come successo nella protesta per lo scarico a mare del depuratore, hanno commesso un altro grave errore, dividendosi su una vertenza che non dovrebbe registrare steccati. Invece prevale, ancora una volta, la logica dell’appartenenza ideologica, che, alla fine, finisce per penalizzare l’intero territorio. Dai partiti e da tutti quei consiglieri regionali che a Manduria hanno “pescato” centinaia di voti ci si attende, una volta tanto, una prova di maturità: stare tutti da una stessa parte della barricata.
Per giovedì prossimo, intanto, sarà convocato un Consiglio intercomunale sulla sanità e da Manduria partiranno gli inviti anche per Vendola, Fiore e Scattaglia.










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