lunedì 30 settembre 2024


06/11/2011 17:27:40 - Manduria - Attualità

L’appello per un ripensamento

 
Forse non saranno state armate di vanghe, rastrelli, ma la determinazione è stata la stessa delle donne parigine in marcia su Versailles per chiedere il pane per i figli.
Il concetto resta immutato a tre secoli dalla Rivoluzione francese per le mamme di Manduria e per le 100 di Taranto scese in piazza per sfidare il silenzio ed il disinteresse delle istituzione di fronte all’ultima mutilazione subita dal ciò che fu ospedale M. Giannuzzi di Manduria: la chiusura del reparto Pediatria, parafrasato dallo slogan scelto “Mai più un bambino nascerà nell’ospedale a Manduria”.
Il reparto Pediatria si aggiunge al pesante taglio ai posti letti, scesi nell’ultimo anno da 161 a 121, cui ha fatto seguito la chiusura del reparto Ostetricia e Ginecologia.
Già mai più gemiti e palpitazioni per i papà in attesa o sudate fredde per qualche malattia del proprio pargoletto. Tra i pianti delle infermiere, che in quel reparto hanno speso una vita, si chiude la storia di un reparto, una vera e propria doccia fredda dei cittadini, degli operatori sanitari, scioccati dalla decisione di chiudere il reparto dei bambini.
Al centro di tre province, e fiore all’occhiello per alcuni reparti all’avanguardia, per non parlare dei soldi occorsi per la ristrutturazione che aveva reso il nostro nosocomio tra i più apprezzati, questa mutilazione proprio non ci voleva. Al centro della polemica anche il Santissima Annunziata di Taranto, palcoscenico della rivolta delle 100 mamme di ieri per il decurtamento del reparto che distribuisce alcuni importanti presidi sanitari ai bambini malati, anch'esso sottoposto a chirurgia ridimensionatrice della missiva Vendola. Il paradosso che i centocinquant'anni della nostra unità, abbondantemente celebrati dalla visita del nostro presidente Giorgio Napolitano nella due giorni pugliese, restano oscurati da uno scontento popolare che si attendeva un qualche intervento dello stesso Capo dello Stato in favore dei forti e significativi tagli alla sanità della regione, che da oggi in poi sono causa di disservizi, problemi, difficoltà per quanti restano vittime della malattia e saranno costretti ad un peregrinare di ospedale in ospedale, scongiurando campanilismi da paese, gravanti sulle spalle di quanti lottano tra la vita e la morte.
Il disagio della popolazione pugliese cui sono stati sottratti diciotto ospedali, posti letti, riduzione di personale e quant'altro, misura la rabbia crescente che monta in maniera proporzionale al tardivo e fuori luogo intervento delle solite passerelle a beneficio di telecamere di politici in erba, preoccupati più della loro visibilità che delle oggettive difficoltà dei loro cittadini, incapaci di mostrare gli attributi nel difendere gli interessi dei malati.
L’appello dei mezzi di informazione è a favore di un ripensamento che, se da un lato tenga conto dello storico bisogno di razionalizzazione delle risorse nazionali per rientrare di un deficit preoccupante nel campo della sanità, dall’altro tuteli la salute, bene essenziale per ognuno di noi, rivedendo il piano dei tagli della Regione, e tutti quei tagli che offendono e ledono il diritto al curarsi, che in questo caso viene leso dall'impossibilità negata di scegliere la via più breve per salvarsi la pelle.
Forse ridurre qualche poltrona in eccedenza e vuota, un bel taglio agli stipendi dei nostri rappresentati, lo show blitz dei tanti politici a spasso tra la tv, ed uno showroom super griffato saccheggiato in nome delle spese di rappresentanza e voli di linea altro che low cost, potrebbe fare la differenza.
Magari ad una piega fuori posto di qualche affascinante onorevole non ci farebbe caso nessuno, a qualche vita da salvare sì.
 
Mimmo Palummieri










img
Cucina d'asporto e Catering
con Consegna a domicilio

Prenota Ora