lunedì 30 settembre 2024


06/11/2011 17:34:16 - Manduria - Attualità

Anche a Manduria ne sopravvive il culto, protetto da una chiesetta restaurata da qualche anno, dallo stile pulito e semplice a contrasto con l’imponente altare in barocco

 
Chissà quanti nelle loro condizioni, leggendo la sua biografia, avranno pensato che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!
Se poi è in grado di liberare dalle catene, ridare la libertà e perdonare senza l'intervento della giustizia, San Leonardo di Noblanc è quello che veramente per tanti carcerati. Eremita e dichiarato protettore dei carcerati da Clodoveo, convertitosi al cristianesimo, riceve dall'imperatore della dinastia dei Merovingi il mandato di occuparsi dei detenuti, vittime a quel tempo, più che di una giustizia imperfetta, di guerre di conquista, causa di spargimento di sangue, esecuzioni cruenti e sommarie.
Venerato il 6 novembre dalla Chiesa in coincidenza della sua morte, sicuramente raccoglie i sospiri dei tanti detenuti che lo invocano come toccasana alla loro condizione di reclusi nelle carceri italiane ormai al sold out per numero di presenze. Non a caso raffigurato con le catene e circondato da uno stuolo di carcerati, raccoglie devoti in tutti il mondo e siccome tutto il mondo è paese, anche qui a Manduria ne sopravvive il culto protetto da una chiesetta restaurata da qualche anno, dallo stile pulito e semplice a contrasto con l'imponente altare in barocco.
Sede di una confraternita a lui dedicata, la venerazione del santo viene coraggiosamente ed indefessamente consegnata alla storia da consorelle e confratelli agés, anche con qualche neoacquisto giovane a dispetto dei tempi del mordi e fuggi del consumo sesso, droga e rock and roll, che ogni anno, oltre a perpetuare la memoria del santo con celebrazioni in occasione della festa religiosa, rendono fruibile il patrimonio artistico ed architettonico della chiesetta in cui è conservato il simulacro di San Leonardo,
C'è da chiedersi però quale futuro attenda queste tradizioni che rischiano di scomparire insieme agli ultimi custodi delle antiche vestigia della storia locale non solo religiosa, ma anche culturale, se non si educano i giovani al rispetto delle loro origini, se sono distratti dai palpiti di una società che sacrifica sugli altari le gioie di Bacco e Venere a quelle del culto e della memoria da preservare, soprattutto quando legata ai piccoli centri prima che questo tutt'uno finisca nelle vetrine impolverate di un qualche museo anonimo, sorto negli scarti di uno spazio elemosinato al comune di turno!
Questa e tante altre riflessioni vanno consegnate al tempo che verrà per scongiurare l'incenerirsi delle radici di Manduria legate ad un passato di fede e di devozione autentica, popolare e non solo.
 
Mimmo Palummieri










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