lunedì 30 settembre 2024


08/11/2011 10:24:12 - Manduria - Attualità

Ecco il testo integrale della lettera

 
«Egr. Direttore Generale,
facendo seguito ai nostri precedenti colloqui e alla comunicazione scritta che ho prodotto in occasione dell’incontro del 31.10 in cui ho sempre rappresentato, come Lei stesso riconosce nella Sua delibera dello stesso 31.10.2011, la mia forte preoccupazione, la mia pressante azione e la totale contrarietà affinché vi fossero nell’ospedale di Manduria ulteriori ridimensionamenti, rispetto a quelli che, già il piano di riordino regionale aveva determinato pochi mesi addietro, sono a rappresentarLe le gravi conseguenze che si sono verificate a livello sociale nel nostro territorio e le iniziative che, pur nel rispetto e nella comprensione del suo difficile compito, sono costretto ad assumere, al solo scopo d tutelare i diritti dei cittadini che rappresento.
In precedenti confronti Le avevo già chiesto un atto di responsabilità, ed oggi aggiungo di coerenza, rispetto alla impossibilità di prorogare i contratti temporanei in scadenza. Le chiedevo, e mi sarei aspettato, che, pur nella concreta necessità di rispettare il bilancio e i vincoli legislativi imposti dall’ attuale congiuntura negativa, ci si rifacesse a quanto stabilito dal piano di riordino regionale, che individua nell’Ospedale di Manduria il centro sanitario più importante del versante orientale della provincia jonica.
Al contrario, nella sua delibera del 31.10.11, si arriva a sancire la chiusura, pur temporanea, del centro nascite, del nido di Manduria, la conseguente chiusura della pediatria, il drastico ridimensionamento, fino ad arrivare ad una sorta di pre-chiusura, del reparto di ortopedia.
Nel contempo, l’Ospedale di Grottaglie, che doveva, sempre secondo il piano di riordino regionale, essere un ospedale di secondo ordine, si trova a mantenere il centro nascite, mantiene l’ortopedia e non subisce alcun tipo di trasferimento di personale fuori sede. Così come l’Ospedale di Martina, che avrebbe dovuto vedere chiuso il centro nascita, mantiene questo importante servizio.
Di fatto emerge, dai giornali locali, che vi è, comprensibilmente, soddisfazione e compiacimento da parte del Sindaco di Grottaglie che individua in questa delibera una inversione di tendenza rispetto alle vecchie logiche definendolo “un nuovo modello di sanità del territorio” che affida “all’ospedale San Marco un ruolo importante nel fronteggiare questo periodo di forte emergenza, riconoscendone a pieno tiolo eccellenze e professionalità”.
E’ evidente che questo compiacimento non possa essere condiviso da me, proprio perché la valorizzazione dell’ospedale di Grottaglie, è stata realizzata in totale discrepanza con quanto stabilisce il piano di riordino regionale e, soprattutto, a discapito dell’Ospedale di Manduria.
Non ho mai ritenuto piacevole ed opportuno scadere in simili umilianti comparazioni, come se vi fosse una “guerra tra poveri… in difesa del proprio campanile”, né, sicuramente, è mio interesse volere determinare un danno ad un altro territorio, ma è pur vero che sul territorio che amministro si sta realizzando una grave ingiustizia che, temo, possa essere dovuta a pressioni politiche o, meglio, a ingerenze politiche che, invece di rispettare i giusti pesi e le reali esigenze dei cittadini, puntano a fare ottenere privilegi per una parte, magari “amica”, rispetto ad un'altra, magari di orientamento politico contrapposto.
Non vorrei, a questo punto, che si fosse scambiato il senso istituzionale e di responsabilità, che deve avere un sindaco, in un momento in cui sa che si deve fronteggiare una situazione difficile di ridimensionamento delle spese e di grave crisi economica in cui versa il paese, per disinteresse e accondiscendenza al progetto che si sta subdolamente evidenziando di depotenziare progressivamente il nostro ospedale, fino ad arrivare alla sua chiusura.
Già da tempo la mia Amministrazione ha avuto a cuore questo gravissimo problema, non a caso, prima della sua nomina, vi sono stati ben due consigli comunali straordinari per assumere le più adeguate iniziative in tutela del nostro Ospedale, così come, e Lei stesso me ne dà correttamente atto nella recente delibera, pressanti e continui sono stati i miei interventi per scongiurare una modificazione alla situazione precedente. 
Se non vi sono state nel mio paese, in questi mesi, sommosse popolari, strumentalizzazioni politiche, raccolta di firme e quant’altro, non è certo perchè non si ha a cuore le sorti del nostro ospedale, ma perché si crede ancora che quanto determinato da una Regione non possa essere, poi, stravolto e che i costruttivi confronti tra istituzioni si debbano svolgere nelle sedi competenti, predisponendo atti amministrativi che debbano essere traccia indiscussa e coerente per il futuro.
Sono consapevole che tagli e rimodulazioni ci debbano essere, non solo per “far quadrare i conti”, ma anche per ottimizzare e riqualificare la sanità, evitando sprechi e utilizzando le sempre più esigue risorse nel migliore dei modi, ma sono anche consapevole che il territorio tarantino ha già subito una riduzione di posti letto, molto superiore a quanto sia accaduto nelle provincie di Lecce e Bari, essendoci un rapporto tra posti letto ed abitanti quasi doppio in queste provincie rispetto alla nostra.
Sono anche preoccupato perché, oltre a questo sproporzionato taglio che ha avuto la provincia di Taranto, la mia città rappresenta il lembo estremo del territorio provinciale, distante e mal collegato a Taranto, per cui ancora più penalizzato dalla drastica riduzione di servizi sanitari essenziali.
Non a caso, proprio a Manduria, il piano di riordino regionale prevede un ospedale “intermedio”, di riferimento per tutto il territorio, anche in considerazione che la nostra utenza è interprovinciale, con pazienti provenienti dalle città di Erchie, Torre Santa Susanna, Oria, San Pancrazio, e non ultimo in considerazione che, nel periodo estivo, fanno riferimento al nostro ospedale non meno di 150.000 mila villeggianti, presenti su circa trenta chilometri di litorale.
Come si vede, vi sono ragioni di ordine pubblico e di tutela della salute, oltre che a ragioni squisitamente tecniche, in relazione alla acquisita esperienza e alla funzionalità di alcuni servizi specialistici, che hanno determinato la scelta di assicurare al bacino di utenza di Manduria un ospedale intermedio, rispetto ad altri ospedali, con diverse caratteristiche tecniche, strutturali e geografiche.
Appare ovvio che, anche in una situazione di ulteriori tagli, si deve, comunque, mantenere la logica che ha ispirato il piano di riordino e non, invece, stravolgerlo, addirittura invertendone significato e funzionalità, tanto da essere definito come un “nuovo modello di sanità del territorio”.
 
Questa incoerente strategia è stata da alcuni organi d’informazione attribuita ad un maggiore peso politico di una città, rispetto all’altra, intendendo, forse, per “peso politico” il fatto che una amministrazione è magari più vicina, essendo dello stesso colore, a quella regionale, altri invece, miei evidenti detrattori, fanno riferimento ad una presunta assenza, ad una scarsa incisività della mia amministrazione, rispetto ad altre.
Quale sia la vera ragione sottesa ad una scelta che, le ribadisco, oltre ad essere dannosa è incoerente, io, certo, non starò con le mani in mano, così, come lei ben sa.
Non sono mai stato con le mani in mano! Per cui sono e sarò portatore delle disperate proteste della mia popolazione, da me del tutto condivise e comprese, che vedono sottrarsi, per ragioni a loro del tutto estranee, il diritto alla salute, costretti, non solo ad un ingiusto aggravio di spese, ma, soprattutto, al rischio della loro vita per l’interruzione di indispensabili presidi sanitari sul nostro territorio.
Le comunico, pertanto, che oltre ad aver deliberato un incarico legale per impugnare la Sua delibera, nel punto in cui prevede i tagli, le chiusure e i trasferimenti di funzioni e personale ad altri nosocomi, ho, anche, convocato un Consiglio comunale straordinario, in data giovedì 10 novembre p.v., alle ore 10, con la partecipazione di tutti i Sindaci dei comuni afferenti alla Asl Ta 7 ed altri sindaci di paesi limitrofi, in cui sarebbe preziosa la Sua presenza, oltre a quella dell’Assessore regionale e al Governatore Vendola.
In mancanza di una soluzione soddisfacente, continuerò a rappresentare le istanze della mia popolazione, assumendo ogni altra utile iniziativa per tutelare i diritti dei miei cittadini, determinato ad ottenere che i sacrifici di un ridimensionamento di costi e servizi della sanità debbano essere equamente suddivisi, in ragioni, esclusivamente, di logiche di tutela della salute e non, certo, di chi ha più “vicinanza politica” o di chi “grida” di più.
RinnovandoLe tutta la mia stima e la gratitudine per la disponibilità, da sempre dimostratami per il nostro confronto franco e corretto che, però, purtroppo, ad oggi, non ha sortito ancora risultati da me accettabili, Le invio distinti saluti».
 
dott. Paolo Tommasino
sindaco di Manduria










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