lunedì 23 settembre 2024


23/11/2011 11:48:09 - Manduria - Politica

Ecco la lettera integrale del primo cittadino di Manduria

 
«Caro assessore,
Come ben sai l’annosa questione del depuratore consortile di Manduria, Sava e marine, così come progettato, rappresenta, per noi amministratori e per noi cittadini, una questione di enorme importanza per cui, coerentemente alle critiche che fin dall’inizio abbiamo presentato, sono costretto a continuare ad utilizzare ogni mezzo utile per impedire la realizzazione dello scarico a mare.
 
Tale nostra posizione è ancora più decisa e convinta oggi, alla luce di quanto sta accadendo nel vicino territorio di Lizzano, dove, appunto, lo scarico a mare del depuratore sta creando una situazione di grande allarme sociale e di immenso danno ambientale, al punto che, nella prossima riunione in Regione, del 24 novembre, almeno per quanto si legge sui giornali, si valuterà finalmente, la possibilità di soluzione alternative allo scarico in mare dei reflui.
 
E’ evidente che tale sperato ripensamento rispetto alla situazione di Lizzano, debba far andare avanti quel processo di rivalutazione che da mesi si sta facendo sul progetto del depuratore di Manduria.
 
Devo riconoscere che, almeno nelle intenzioni, si sono fatti importanti progressi, tant’è che, dal progetto approvato, che prevede uno scarico a mare come unica soluzione , in tabella uno o due, si è passati alla soluzione del riutilizzo delle acque reflue per uso irriguo e, quindi, allo scarico a mare, solo per il troppo pieno. Innanzitutto, è necessario che tale tuo ribadito impegno sia formalizzato in appositi atti amministrativi, che realizzino concretamente le tue volontà di dare l’impianto progettato con un sistema di affinamento e di finanziare le opere necessarie per potere rendere utilizzabile la rete irrigua di proprietà del consorzio Arneo.
 
In secondo luogo, visto che si sono potuti fare delle sostanziali modifiche al progetto, affiancandogli un sistema di affinamento e prevedendo il riutilizzo delle acque per uso irriguo,  bisognerebbe continuare a fare ulteriori importanti passi per avviare al tanto sospirato traguardo di eliminare completamente lo scarico a mare.
 
Dal 23 settembre 2011, giorno in cui a Manduria i è svolto il consiglio comunale che ha visto la tua presenza, oltre quella di sette sindaci di paesi limitrofi e dell’assessore provinciale all’ambiente, questi ultimi tutti contrari, come noi, alla soluzione dello scarico a mare, abbiamo continuato a cercare alternative per poter evitare uno scarico a mare, anche solo di “soccorso”, evitando però soluzione che sarebbero inconciliabili con l’intero progetto, così da non creare conseguenti ripercussioni sulla procedura di infrazione comunitaria già avviata.
 
Così come, in occasione della riunione della Regione del 31 marzo 2011, abbiamo potuto dimostrare che l’Aqp poggiava la scelta dello scarico a mare e, quindi, della impossibilità di utilizzare le acque nelle campagne, sul falso assunto che non ci fosse in sede una rete irrigua dove convogliarle, oggi possiamo dimostrare, attraverso appositi studi geologici ed idraulici, che il terreno vicino all’impianto ha caratteristiche idonee per poter creare delle trincee drenanti e che la portata dell’impianto è del tutto compatibile con tale soluzione.
 
Tali studi preliminari sono stati esposti nel consiglio comunale monotematico del 18 novembre 2011 in cui si è votato all0unanimità una delibera, che ti allego alla presente, finalizzata a proporre alla Regione una parziale variante del progetto, così da evitare chje le acque non utilizzate in agricoltura, per troppo pieno, invece che essere scaricate in mare, possano essere convogliate in barriere drenanti.
 
La soluzione proposta non stravolge il progetto, in quanto, proprio come il sistema di affinamento da te accettato, si armonizza ad esso, ed ha estrema facilità di realizzazione, perché il comune mette a disposizione il terreno, già oggetto dei saggi geologici, che si trova proprio a ridosso della zona dove dovrebbe essere costruito il depuratore e direttamente correlato con esso attraverso la rete irrigua dell’Arneo.
 
Di fatto, quindi, non occorrerebbero procedure di esproprio, non vi sarebbero necessità di opere aggiuntive al progetto, ma si dovrebbe solo sostituire la realizzazione, enormemente più costosa e complessa, di una condotta marina di 1000, 3000 metri con delle molto più economiche trincee drenanti.
 
Tale variante, quindi, oltre a non stravolgere il progetto, lo renderebbe più agevole, più facile, spedito nella realizzazione ed economicamente più vantaggioso, ma, soprattutto, farebbe cessare, una volta per tutte, ogni tipo di contestazione, aderendo a quanto un intero territorio pretende, cioè la salvaguardia di una splendida costa e di un mare incontaminato, non a caso riconosciuto come zona di interesse comunitario e, oltretutto, sede di praterie di poseidonia oceanica.
 
Ricordo, a questo punto, che l’ufficio Via aveva approvato, nello scorso febbraio, il progetto ponendo, però, delle precise prescrizioni, ordinando all’Aqp che, entro sei mesi, verificasse la fattibilità di poter utilizzare le acque reflue ad uso irrigazione, proprio perché il piano territoriale delle acque impone che in una regione come la nostra, dove vi sono gravi problemi di siccità e dove l’acque è, quindi, un bene prezioso, lo scarico a mare non possa che essere che l’estrema ratio e non, invece, la scelta elettiva.
 
Da tempo è scaduto questo termine, ma l’Aqp non ha presentato alcun studio in tal senso, per cui ritengo che vi sia motivo di annullamento del procedimento Via, cosa che ho formalmente richiesto con una mia missiva del 18 c.m.
 
Di contro le nostre indagini tecniche, che hanno prima rilevato l’esistenza di una rete irrigua da utilizzare e, poi, le idonee caratteristiche geologiche per poter evitare lo scarico a mare, con la realizzazione di trincee drenanti, oltre che a voler fornire, come vorremmo, delle soluzioni conciliative, sono, anche sul piano amministrativo, delle importanti novità che saranno , se necessario, utilizzate nei procedimenti giudiziari, in quanto dimostrano che il progetto è passato al vaglio dell’impatto ambientale su false premesse , del tutto smentite dalla realtà e che, quindi, la soluzione proposta dello scarico a mare dissipa preziose risorse idriche, in contrasto con quanto stabilisce il piano delle acque e non rispettando le prescrizioni dello steso ufficio Via.
 
Ma a prescindere da tali considerazioni di carattere giuridico, spero e sono sicuro che si arriverà in modo condiviso alle soluzioni proposte, cosa che, oltre a far venire meno ogni motivo di contenzioso giuridico amministrativo, farà vincere la buona politica, quella che permette il costruttivo confronto e che, indipendentemente da false barriere ideologiche e da strumentalizzazioni, arriva a riconoscere e soddisfare i bisogni del territorio.
 
Con questa speranza, che viene alimentata anche dal positivo confronto che sempre vi è stato tra di noi,ti saluto e ti ringrazio per l’attenzione che hai mostrato che vorrai mostrare per le nostre istanze».
 
Paolo Tommasino










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