lunedì 30 settembre 2024


08/12/2011 11:06:00 - Manduria - Attualità

Dal digiuno a pane e acqua al pranzo con le nove pietanze

 
Tra le tradizioni natalizie declinate nella versione autoctona, c’è l’antica tradizione del digiuno dell’Immacolata. Esportata in tutto il mondo e forse oltre, partendo da questo piccolo paesino pugliese, questo rito dedicato alla vigilia del dogma istituito l’8 dicembre 1854 da Pio IX, può essere considerato un primo approccio ultramediatico all'italianità all’estero.
Dai documenti storici ancora in possesso della Biblioteca Comunale di Manduria “Marco Gatti”, parrebbe, il condizionale è d’obbligo, che il digiuno alla Madonna risalga al 1628, data in cui, il priore dell’allora confraternita dell’Immacolata lo istituì, per poi iscrivere quanti lo osservavano, in un libro ancora esistente, promettendo grazie e favori celesti a questi e a quanti si sarebbero fermati a visitare la chiesetta nel giorno dedicato alla Madonna.
Con il passare del tempo, però, come nella migliore delle tradizioni che vogliono tutti salmi finire in gloria, la pietanza a pane e acqua prevista per i penitenti, si sarebbe trasformata nella più succulenta delle memorie culinarie di questo giorno a base delle nove cose.
Si tratta di nove pietanze simbolo del meglio delle prelibatezze del periodo e dell’agricoltura, quello che poi i ristornati avrebbero saccheggiato nella definizione di mari e monti. Broccoli in pastella, pettole, baccalà, frutta, pasta con i cavoli ed il pane grattato in sostituzione di un ricercato, costoso, e riservato a pochi, formaggio, vera prelibatezza a portata di portazecchini, frutta secca, pesce, e tanto vino novello da consumare in famiglia la sera dell’Immacolata, inaugurando il più sostanzioso periodo natalizio, ormai alle porte.
I tempi cambiano, si sa, le mode restano, a volte si dimenticano, si sdoganano, diventano reperto da museo. Eppure, la memoria degli ultimi anziani rimasti a tramandare le vecchie tradizioni resta forte, passando da nonno a nipotino, più che da mamma in figlio, per la concorrenza dei surgelati, per la mancanza di tempo da passare in famiglia, ormai più raro dell’oro fino, ecc., ecc., ecc.
Chissà, però, che il clima di austerity, imposto dalla neonata manovra prenatalizia, non ci imponga un felice ritorno alle origini prima che l'opulenza nascondesse oltre al benessere elevato all'ennesima potenza nelle dispense, nei frigoriferi e nei congelatori, anche i buoni sentimenti di una volta alla Dickens, e ci faccia trovare sotto albero tanta sana sobrietà costosa sì, ma tanto tanto necessari ed in tutti i sensi.
Buona festa dell’Immacolata a tutti e no esageriamo...
Il periodo è ancora lungo.
 
Mimmo Palummieri










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