lunedì 23 settembre 2024


10/12/2011 10:35:57 - Manduria - Politica

L’assessore regionale dovrebbe poi anche chiarire il suo pensiero sulla proposta alternativa del Comune di Manduria

 
Anche il Consiglio di Stato ha accolto le tesi della Regione Puglia sul depuratore consortile di Manduria e Sava, respingendo le istanze formalizzate ancora una volta dall’Amministrazione Comunale della città messapica.
La pronuncia del Consiglio di Stato si era resa necessaria dopo che il Comune di Manduria aveva impugnato la precedente ordinanza emessa dal TAR Bari, il cui esito era stato ugualmente favorevole alla Regione e al Commissario per l’Emergenza Ambientale in Puglia.
Sul responso del Consiglio di Stato interviene l’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati.
«Anche il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità del procedimento compiuto dalla Regione Puglia e dal Commissario per l’Emergenza Ambientale in Puglia», sostiene, in una nota, l’assessore Amati. «Con il provvedimento depositato giovedì, i giudici hanno ritenuto il carattere inoppugnabile del Piano di Tutela delle Acque, all’interno del quale risulta l’individuazione “puntuale e vincolante della localizzazione e della tipologia dell’impianto di depurazione”, e assieme la prevalenza dell’interesse regionale “ad attenuare le conseguenze negative di una procedura di infrazione in corso”».
Un po’ meno comprensibile il passaggio di Amati sulla soluzione tecnica prospettata dal Comune di Manduria.
«Il Consiglio di Stato ha sancito la sua impraticabilità allo stato, “mancando le infrastrutture indispensabili per l’uso irriguo delle acque reflue e che la prescrizione resa”, con la valutazione d’impatto ambientale, “di onerare la società Acquedotto di redigere uno studio di fattibilità sull’uso delle acque irrigue non appare contraddittoria con la assoluta carenza, all’attualità, delle infrastrutture in questione» si legge testualmente nella nota di Amati. Ma non era stato, non molto tempo fa, proprio lo stesso assessore regionale alle Opere Pubbliche, in Consiglio Comunale a Manduria, a convenire sulla necessità di riutilizzare i reflui depurati in agricoltura?
«Il costo indicato dall’Arneo per rimettere in funzione la rete di irrigazione (circa tre milioni di euro), può essere sostenuto dalla Regione Puglia», dichiarò, in quella circostanza, Amati.
Ci si chiede, allora, se con quest’ultimo comunicato Amati abbia fatto retromarcia.
Sembrerebbe di no, se poi Amati rassicura i cittadini Manduria su un altro impegno assunto a Manduria.
«Nonostante la vittoria delle nostre ragioni» ha concluso Amati, «confermo l’impegno di fornire l’impianto del modulo di affinamento per utilizzare i reflui per scopi irrigui, da me assunto dinanzi al Consiglio comunale di Manduria. Nei prossimi giorni tale impegno, a mezzo di una delibera che mi accingo a presentare, diverrà l’impegno formale della Regione Puglia».
A questo punto sorge una domanda: si può scaricare in mare, sprecando una risorsa importantissima, l’acqua affinata da un depuratore?










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