lunedì 23 settembre 2024


19/12/2011 12:07:45 - Manduria - Politica

«La “Società Civile” non può e non deve più delegare a “politici” inconcludenti il potere di decidere sul proprio futuro»

 
«Con la costituzione dell’associazione Italia Futura Manduria vogliamo contribuire a che le energie costruttive non si disperdano e si rendano protagoniste di un rinnovamento vero e profondo in tanti settori della nostra vita civile e politica. Oggi più che mai, è questa la vera sfida nella quale si giocherà la capacità di uscire dall’emergenza».
Italia Futura Manduria ipotizza la “rinascita” della città coinvolgendo le professionalità esistenti e i giovani.
«La “Società Civile” non può e non deve più delegare a “politici” inconcludenti il potere di decidere sul proprio futuro» si legge in una nota di Italia Futura Manduria. «Sarebbe un ulteriore danno per la società e per noi stessi. Questa volta deve accadere l’opposto. Le tante eccellenze civiche si mettano assieme e si diano fondamenta solide: solo allora potranno dialogare in maniera paritetica con la parte sana della politica. In tutti gli schieramenti esistono persone di qualità che hanno ben chiara la situazione, e sono consapevoli dell’urgenza e della direzione dello sforzo ricostruttivo e costituente che va messo in campo
A queste persone, così come a tutte le forze che condividono il nostro amore per l’Italia e per Manduria, Italia Futura guarda con grande attenzione e senza pregiudizi. Ma con la consapevolezza che questa volta per noi decideremo “noi”.
Quello che proponiamo è un vero e proprio “patto dei produttori”, che veda impegnati trasversalmente e in prima persona lavoratori, artigiani, commercianti, imprenditori, professionisti, dirigenti pubblici e privati per consentire la rinascita della città».
La parte finale della nota è un appello.
«Chi deve scendere in campo è Manduria, con le sue professionalità, e soprattutto i tanti giovani che devono essere in grado di determinare con l’impegno diretto il proprio futuro. Occorre abbattere il muro che separa e protegge chi è “dentro” il sistema da chi ne è “fuori”, in massima parte proprio i giovani.
Non possiamo rassegnarci a diventare la società dei padri del posto fisso e dei figli del lavoro precario. Per la prima volta nella storia la generazione che sta crescendo potrebbe avere una qualità di vita peggiore della precedente. È un dovere verso i nostri figli provare ad invertire la tendenza. Ma per farlo dobbiamo liberarci di una classe politica sostanzialmente immutata nel tempo, a destra come a sinistra, e costantemente impegnata a litigare dentro e fuori il proprio schieramento, in Italia come a Manduria. E intanto subiamo gli effetti di decisioni prese dall’alto sempre più penalizzanti per la comunità, come è stato per il campo profughi, per il depuratore, per le discariche e ora per l’ospedale.
A tutti i concittadini di buona volontà, e in particolare a coloro che hanno finora mantenuto un distacco dalla politica parolaia e inconcludente degli ultimi anni, rivolgiamo l’appello a non indugiare oltre. Mettiamo da parte il timore di essere risucchiati in logiche estranee al nostro modo di vivere l’impegno morale e civile e scriviamo tutti insieme una pagina nuova che, passando per l’impegno personale e disinteressato di ognuno, consenta di realizzare per noi e per le future generazioni una società migliore e più giusta».










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