lunedì 30 settembre 2024


05/01/2012 13:01:05 - Manduria - Attualità

L’ultima strada da seguire è quella politica: i consiglieri regionali della provincia di Taranto dimostrino il proprio interesse alla causa

 
L’Acquedotto Pugliese non si ferma neppure davanti al progetto di ripascimento dunale in atto all’interno della particella del litorale di Specchiarica, interessata dall’esproprio per il passaggio delle condotte sottomarine. Nella mattinata di oggi avverrà la sua immissione in possesso.
L’ulteriore confronto di Bari ha prodotto un’ennesima fumata nera. L’Acquedotto Pugliese, presente con l’ing. Fresa, con un legale e con un funzionario, non ha inteso assolutamente recepire le ragioni degli amministratori di Manduria (il sindaco Paolo Tommasino e l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Curri), di quelli di Avetrana (il sindaco Mario De Marco e il consigliere Antonio Baldari), del tecnico Paolo Muscogiuri, del direttore delle Riserve Naturali Alessandro Mariggiò e degli ambientalisti (rappresentati dalla consigliera Cecilia De Bartholomaeis e dagli attivisti del Comitato “No Scarico a Mare” Liliana Digiacomo e Michele Matino). Ha invece tentato di mediare il funzionario dell’assessorato regionale all’Ambiente, l’ing. Antonicelli.
«Alle nostre obiezioni sul progetto di ripascimento dunale in atto in quella particella e sugli studi dell’Università del Salento, i rappresentanti dell’Acquedotto Pugliese hanno replicato sostenendo che le condotte passeranno sotto le dune…» raccolta l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Manduria, Antonio Curri. «Non hanno voluto assolutamente recepire neanche la nostra documentazione relativa ai rilievi geologici nella zona di masseria Marina, terreno risultato ideale per localizzarvi delle trincee drenanti. Soluzione, quest’ultima, alternativa allo scarico a mare. Trattandosi di un appalto integrato, al progetto si potrebbero apportare delle modifiche migliorative. Ma l’Acquedotto Pugliese scarica la “patata bollente” nelle mani della Regione Puglia. Hanno sostenuto che se la Regione dovesse decidere la modifica del progetto, loro si atterrebbero alle determinazione politica».
Ieri pomeriggio si è avuta anche la conferma che l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Amati (che peraltro non ha partecipato all’incontro), non ha ancora formalizzato gli impegni assunti nel mese di settembre. Attualmente il progetto prevede, ancora, la depurazione mediante i parametri, abbondantemente superati, della Tabella 2, mentre non c’è traccia dell’impegno di spesa (3 milioni di euro) per rendere nuovamente funzionali le reti irrigue dell’Arneo.
«Crediamo che l’unica strada ancora possibile da seguire sia quella di coinvolgere, fattivamente, i consiglieri regionali della provincia di Taranto» è la considerazione dell’ing. Curri. «Se dimostreranno di avere a cuore il futuro economico di questa zona, facendo quadrato attorno al nostro progetto alternativo che preveda le trincee drenanti, potremmo far cambiare idea a Vendola e ad Amati. Io mi impegno a coinvolgere il consigliere Sala. Spero che anche il centrosinistra si muova in questa direzione».
Delusi i circa 70 ambientalisti giunti a Bari con vari striscioni.
«Mettono in atto un terrorismo di tipo psicologico, facendo costantemente riferimento al rischio di infrazione comunitaria» ha affermato Michele Matino. «Dobbiamo ora fare quadrato per ottenere una modifica del Piano di Tutela delle Acque e, quindi, lo scarico nelle trincee drenanti, come avviene per Noci».










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