lunedì 23 settembre 2024


15/01/2012 09:29:55 - Manduria - Politica

In conferenza stampa il sindaco Tommasino, l’assessore Curri, l’ing. Pescatore e i due tecnici cui è stata affidata la direzione dei lavori

 
«Le modifiche apportate al progetto per la riqualificazione del centro cittadino erano assolutamente necessarie. In ogni caso, la legge prevede che il Comune, proprietario del progetto (pagato 170.000 euro Iva compresa), debba semplicemente comunicare al progettista le modifiche che intende apportare. Progettista che ha peraltro sempre condiviso le scelte di Comune e direzione dei lavori».
L’Amministrazione Comunale (erano presenti con il sindaco Paolo Tommassino e l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Curri), l’Ufficio Tecnico (rappresentato dal dirigente Pescatore) e i direttori dei lavori di riqualificazione del centro cittadino (l’arch. Tommosi e l’ing. Micelli) hanno replicato, con fermezza, alle accuse di aver stravolto l’originario progetto.
«Premetto che, se fosse dipeso da me e dalla mia Amministrazione, non avremmo mai contratto un mutuo di 3 milioni e mezzo di euro per la riqualificazione del centro cittadino: avremmo preferito destinare quelle risorse al completamento della rete irrigua e di quella fognaria» ha dichiarato l’altro ieri sera il sindaco Tommasino. «Lo abbiamo ereditato dalla precedente Amministrazione e, quindi, dopo l’ultimazione del primo lotto, abbiamo cercato di vederci chiaro. Si tenga presente che, nelle somme preventivate per i lavori, erano stati stanziati appena 27.000 euro per i saggi e gli scavi archeologici. Ebbene, solo per piazza Ciraci il Comune ha speso circa 200.000 euro per gli interventi della Soprintendenza. Prima di iniziare i lavori in piazza Garibaldi, abbiamo cercato di trovare una soluzione diversa, altrimenti le risorse non sarebbero state sufficienti per completare il progetto: avremmo speso non meno di altri 200.000 euro. Abbiamo allora concordato con la Soprintendenza di elevare la piattaforma della piazza, in modo da evitare gli onerosi scavi. Per eseguire solo i saggi preliminari, abbiamo speso altri 80.000 euro. Questa prima modifica, quindi, era assolutamente inevitabile».
Sul mosaico che riproduce lo stemma di Manduria è intervenuta l’arch. Tommosi.
«Lo abbiamo fatto studiare da restauratori di Mantova e Ferrara. Sia loro, che la Soprintendenza ci hanno riferito che non aveva alcun valore artistico. L’Amministrazione ha però deciso di preservarlo solo per una questione affettiva. Abbiamo studiato le possibilità tecniche esistenti e ci stiamo orientando sulla tecnica definita “a strappo”».
Molto dettagliato anche l’intervento dell’ing. Pescatore.
«C’è un contratto ben preciso attraverso il quale il progettista cede completamente il suo elaborato al Comune» ha fatto notare Pescatore, leggendo questo passaggio del contratto. «Noi abbiamo solo l’obbligo di dare comunicazione delle variazioni al progettista, come è stato sempre fatto. E il progettista ha sempre condiviso le variazioni: ci sono i verbali che lo testimoniano. Alcune variazioni sono state volute per migliorare il progetto originario (per i basolati è stato scelto la pietra di Minervino (5 cm di spessore), anziché quella di Apricena (4 cm). Altre per far fronte all’assenza di interventi non previsti e assolutamente necessari».










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