lunedì 30 settembre 2024


22/01/2012 13:06:06 - Manduria - Attualità

Ecco le sue risposte alle nostre domande

 
Sandra Lerario è la ragazza di Acquaviva delle Fonti che era sulla nave Costa Concordia al momento del naufragio. Era il responsabile del mini club per i bambini. Dopo aver messo in salvo tutti i bambini, è riuscita a scampare al disastro, insieme al suo amico e dj Gugliemo Arrabito.
Vi proponiamo una intervista esclusiva che Sandra ci ha gentilmente concesso.
Quando e come hai cominciato a lavorare per la Costa Concordia?
«Ho cominciato a lavorare per costa crociere da 7 anni e sono imbarcata sul Costa Concordia dal 5 novembre».
Prima dell’imbarco siete stati addestrati a tali evenienze?
«Ogni qual volta ci si imbarca si fa un corso di addestramento per una situazione reale di emergenza».
Relativamente alle polemiche sull’impreparazione del personale a fronteggiare i momenti di chiara emergenza come quello che ha vissuto, che cosa ti senti di dire? Avevi fatto dei corsi di preparazione? Eravate stati addestrati ad ogni evenienza? Come? E quali disposizioni vi sono state consegnate?
«Ad ognuno di noi viene assegnato un ruolo specifico in caso di emergenza generale e abbandono nave. Quindi il personale di bordo sapeva perfettamente come intervenire. Ovviamente, pur avendo fatto esercitazioni settimanali, trovandosi di fronte ad un’emergenza reale non tutti reagiscono con fermezza e prontezza, ma la sera del 13 gennaio i membri dell’equipaggio del Costa Concordia, pur presi dal panico, hanno salvato 4.000 persone».
Com’era organizzato il personale della nave? Quali compiti erano stati assegnati rispetto all’eventualità di incidenti?
«Come già detto e ribadisco, ognuno di noi ha un ruolo e incarico preciso: chi è addetto all’evacuazione, chi addetto a far mantenere la calma agli ospiti di bordo, chi, come me e i miei colleghi, ci occupiamo di bambini abbiamo un altro tipo di procedura da seguire».
Dove ti trovavi e che cosa stavi facendo al momento dell’incidente?
«Al momento dell’incidente ero al teatro con i bambini, ma siamo andati via da li e li abbiamo portati al mini club situato al ponte 10, continuando a svolgere le attività e attendendo qualche comunicazione a riguardo».
Racconti che cosa è accaduto prima e dopo l’impatto con lo scoglio.
«Prima dell’impatto stavo lavorando svolgendo le serate di animazione bambini. Dopo l’impatto ho continuato a svolgere le attività intrattenendo con la grande collaborazione e efficienza dei miei animatori, uno dei quali si è travestito da Spiderman e da altri vari personaggi di cartoni animati, in modo tale da intrattenere i bambini al meglio, i quali non si sono accorti minimamente della situazione».
Che cosa ricordi del momento della collisione con lo scoglio?
«In quel momento pensavo che fosse un attimo e che sarebbe finito li. Non avrei minimamente immaginato che si sarebbe tramutata in un abbandono nave».
Che cosa è successo da quel momento in poi?
 «Da quel momento, in attesa del segnale di emergenza per poter intervenire, abbiamo svolto le attività. Dopo un’ora è arrivato il segnale tanto atteso e sperato per intervenire e procedere come da procedura».
Quale scena ti è rimasta più impressa?
«La scena più impressa è stata quella del panico totale degli ospiti che urlavano, si aggrappavano a qualsiasi cosa pur di essere salvi. Panico totale indescrivibile direi».
Come ha funzionato la macchina dei soccorsi a bordo?
«I soccorsi sono intervenuti nell’immediatezza: infatti hanno riportato più di 4.000 persone a terra».
A che ora hai lasciato la nave? Grazie a chi?
«Ho lasciato la nave intorno a mezzanotte e mezza o forse qualcosa in più, grazie alle mie forze e la mia preparazione di bordo».
L’intera responsabilità del disastro è stata addossata al comandante, accusato di aver sovvertito la legge del mare secondo la quale il comandante è l’ultimo ad abbandonare la sua nave. Che cosa ti senti di raccontare a proposito? Le cose sono andate così come i sopravvissuti hanno raccontato, o ha fronteggiato la situazione secondo la sua versione dei fatti?
«Riguardo al comandante non esprimerei nessun tipo di commento, in quanto c’è un’inchiesta e la giustizia farà il suo corso».
Le polemiche di questi giorni pongono l’Italia in coda alla credibilità del mondo intero. Che ti senti di dire  a proposito?
«Nulla».
Qual è la tua opinione sull'organizzazione a bordo durante l’emergenza?
«Affermo nuovamente che ognuno di noi riceve un ottimo addestramento a bordo. Poi durante una situazione di emergenza ognuno reagisce psicologicamente in modo differente. Io ho messo in atto tutto quello che mi hanno insegnato, salvando la vita di bambini consegnati ai propri genitori».
Che tu sappia, dove si trovava il comandante al momento dell’incidente?
«Sinceramente a questa domanda non potrei rispondere, ognuno in quel momento svolgeva il proprio lavoro quindi non saprei. Suppongo e mi auguro che anche lui stesse svolgendo il suo lavoro».
Il comandante: leggerezza, imprudenza, sottovalutazione del problema, choc, inesperienza, o....?
«Sottovalutazione del problema».
Chi si trovava in sala comandi?
«Non ho idea, in quanto ognuno svolgeva il proprio lavoro in posti differenti».
Come si è comportato il personale di bordo per evitare di diffondere il panico a bordo?
«Ha cercato al meglio possibile di calmare i passeggeri parlando con loro più possibile».
Come e da chi sono stati avvisati i passeggeri dell’accaduto?
«Sono stati avvisati tramite annunci per megafono».
Qual è stato il tuo ultimo pensiero e di che cosa avevi più paura?
«Io sinceramente non ho avuto il tempo di pensare: ero preoccupata per i bambini che avevo con  me. Quando poi mi sono ritrovata nella mia lancia di salvataggio, allora mi sono resa conto dell’accaduto e ho avuto paura, ma mi sentivo che ce l’avrei fatta».
Le testimonianze dei sopravvissuti raccontano scene alla Titanic: salvagenti in avaria, porte bloccate, scialuppe insufficienti per tutti, personale incapace di affrontare l’emergenza, ricorso alle mani per salire per primi sulle scialuppe, precedenza negata a donne e bambini. Cosa puoi dire a proposito?
«Semplicemente che la paura era tanta da parte dei passeggeri, quindi chiaramente hanno fatto queste accuse sui membri dell’equipaggio che, per quanto mi riguarda, hanno svolto un ottimo lavoro. Altrimenti mi chiederei come mai 4.000 persone sono vive. Chi le ha salvate? Da sole? Hmm non lo credo affatto!».
Nel numero dei dispersi, c’è qualcuno che conosci?
«Il musicista membro dell’equipaggio e la piccola Dyana».
Qual è la storia o la situazione che ti è rimasta più impressa?
«Il panico totale e lecito da parte degli ospiti».
Che cosa hanno visto per ultimo i tuoi occhi?
«La nave che affondava sempre più».
Che cosa ti riesce difficile da raccontare?
«Tutto l’accaduto in quanto è stato talmente rapido che le scene rimangono impresse e incise ma non lo si può spiegare».
Hai recuperato la tua relativa serenità, o il ricordo della notte della collisione ti condiziona ancora?
«E' un momento di confusione: gente che chiede, che vuole sapere, mi sento molto stanca ma recupererò ben presto».
Mente in stato di choc, incuranza, impreparazione, ....qual è la cosa che ha pesato di più nel terribile bilancio della storia della Costa Concordia ?
 «Mente in stato di choc sarebbe l’opzione che si avvicinerebbe di più, ma della causa reale non credo ne verremo mai a conoscenza».
Avete in qualche modo subito una quale pressione per alleggerire eventuali versioni per evitare danni alla compagnia?
«Assolutamente no. Si è detto quello che ognuno di noi ha vissuto realmente».
Si è fatto sentire qualcuno della compagnia per sincerarsi sule vostre condizioni?
«Ovviamente si».
Che cosa avete deciso di fare riguardo all’accaduto? Vi siete già rivolte ad un avvocato?
«No. No, non c’è bisogno».
Quando pensi alla fortuna che hai avuto, pensi che ti abbia aiutato la Fede, la mente fredda, la preparazione utile in questi casi o.....?
«Mente fredda e preparazione»
Hai pregato in quel momento?
«C’è stato un attimo in cui ho pregato, questo si, l’ho fatto».
Un ricordo bello e uno triste delle ultime ore della Costa Concordia?
«Il ricordo più bello quando ritrovi i tuoi colleghi o ospiti con i quali avevi instaurato un bel rapporto che ti abbracciano e ti sussurrano siamo vivi; uno triste l’affacciarsi sul molo dell’isola con una sola coperta e guardare lentamente che quello che è stato il tuo mondo, la tua casa, la tua vita fino a quel momento ci sta lasciando lentamente».
Quando la vedi in tv adagiata su un fianco il tuo pensiero va..... ?
«Difficile da esprimere il mio stato d’animo»
La popolazione dell’isola del Giglio ha riservato ai passeggeri una generosità straordinaria. Cosa ti ha colpito di più? Qual è il gesto che ti è rimasto impresso?
«Accoglienza straordinaria da parte di tutti. Davvero non è mancato nulla».
Se potessi cambiare qualcosa o correggere un errore che cosa faresti?
«Nulla di più di quanto io e tutti i miei colleghi abbiamo svolto al meglio».
 
Mimmo Palummieri
 










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