lunedì 30 settembre 2024
In un loro documento, propongono una gestione congiunta delle forze rappresentative locali
«Le associazioni Archeoclub, A.S.C.R.I.MA., ProLoco.jpg)
e Vento Refolo, che dal 23 giugno al 23 ottobre 2011 hanno garantito con successo l’apertura e il servizio guida all’interno del Parco Archeologico delle Mura Messapiche di Manduria e che nel mese di novembre hanno presentato un progetto di gestione pluriennale del bene culturale simbolo della città, per favorirne la conoscenza e la valorizzazione, non hanno ancora ricevuto risposte in merito.
e Vento Refolo, che dal 23 giugno al 23 ottobre 2011 hanno garantito con successo l’apertura e il servizio guida all’interno del Parco Archeologico delle Mura Messapiche di Manduria e che nel mese di novembre hanno presentato un progetto di gestione pluriennale del bene culturale simbolo della città, per favorirne la conoscenza e la valorizzazione, non hanno ancora ricevuto risposte in merito. Dopo aver infatti garantito apertura e visite guidate per i quattro mesi estivi, così come è accaduto anche in passato, le associazioni hanno ritenuto di avanzare una proposta più sistematica e organizzata di un patrimonio così importante e spesso dimenticato, soprattutto nei mesi invernali.
Le quattro associazioni ritengono che, in alternativa al bando che l’Amministrazione Comunale avrebbe intenzione di proporre per la gestione di un bene così importante e significativo per il territorio, si possa invece pensare seriamente ad una gestione congiunta da parte di forze rappresentative locali, a partire dall’Amministrazione comunale, fino ad arrivare alle associazioni culturali, di categoria, operatori commerciali e realtà imprenditoriali, senza escludere naturalmente l’apporto di esperti e funzionari della Soprintendenza.
Per questi motivi le associazioni auspicano che l’Amministrazione Comunale si faccia promotrice di un coordinamento delle realtà locali citate, favorendo in questo modo un certo radicamento e senso di appartenenza da parte dei manduriani nei confronti del Parco Archeologico.
Il bando pubblico, oltre a denunciare un fallimento nella gestione da parte delle realtà locali, porterebbe con tutta probabilità ad una gestione del bene in questione affidata a esterni che poco conoscono il territorio e la storia del luogo e che sarebbero animati da scopi puramente speculativi, contribuendo a mettere da parte le capacità di numerosi giovani di grande professionalità nel campo dei beni culturali».
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