domenica 29 settembre 2024


01/02/2012 18:51:07 - Manduria - Attualitą

Libertà vo cercando...

 
Dopo la presentazione ufficiale di Alba Sasso, assessore regionale al Diritto allo Studio, del ridimensionamento della rete scolastica, che prevede 160 scuole primarie in meno, 28 in meno le secondarie, 311 in più gli istituti comprensivi (il numero delle scuole in Puglia scende da 896 a 720), emergono le prime reazioni dei genitori che mal si conciliano con la Legge 111/2011.
La citata legge, nonostante sia stata impugnata da diverse regioni, tra cui la Puglia, prevede nel caso della Provincia di Taranto un ridimensionamento che, partendo dalla periferia della stessa, si estenda a Taranto città negli anni prossimi, dando attuazione ad un principio di austerity anche nelle scuole stabilito dall’allora Ministro Gelmini durante l’ultima legislatura targata Berlusconi. Conti alla mano, resi noti gli accorpamenti a mezzo stampa, che hanno reso edotte le famiglie sul campo delle restrizioni proprio nel mentre stanno per scadere i termini di iscrizione al prossimo anno scolastico fissati per il 20 febbraio, si fanno sentire le prime inquietudini dei genitori.
A Manduria il piano di riordino scolastico prevedeva tre istituti con non meno di 1000 alunni ciascuno, come stabilito dalla legge richiamata, che accorpava in istituti comprensivi, la SMS “E.Fermi” al secondo circolo “Don Bosco”, la SMS “Marugj-Frank” al terzo circolo “Michele Greco”, e la nascita di un polo comprensivo del primo circolo “F.Prudenzano” (che diventerà anche scuola media), che stando ai conti dovrebbe autogenerarsi, se si vuole evitare due istituti composti da 1250 alunni uno e l’altro di quasi 700.
Siccome delle due l’una, la soluzione è: o si impastano nuovi alunni andando contronatura e sollevando il talamo nuziale dai piaceri di Venere e Cupido, o bisogna disobbedire al dictat della Regione, cosa impensabile, creando dei locali che attualmente non ci sono per generare in vitro, la terza scuola media inesistente, è evidente, senza ricorrere al cilindro del mago Casanova.
Che fare? I locali non ci sono, soldi manco a parlarne, altrimenti non saremmo qui a discuterne, ergo si raschia il fondo della pentola con una guerra al si salvi chi può del millesimo alunno, come al supermercato per la scelta del premio dopo la raccolta punti. Una tovaglia, una pentola a pressione con il logo della casa produttrice o che? Se libertà ci deve essere, lasciamo dunque che ciascuno valuti per il meglio dei propri figli a seconda delle disponibilità del POF delle scuole superstiti, evitando colpi bassi, e nelle parti sensibili, i maschietti insegnano!
In realtà le ragioni del malcontento sono diverse e più profonde: siccome ancora brucia la chiusura della terza scuola media “Anna Frank”, attualmente tutt’uno con la “Marugj”, come il sale sulla ferita sanguinante, la prospettiva di un nuovo istituto sorto sulle ceneri del de cuis istituto, riemerge dagli abissi come per Atlantide, in un momento in cui di tragedie in mare non se ne può più, metafora a parte.
Consigli pratici dopo aver raccolto lamentele a iosa: lasciamo che il principio della democrazia e della libertà in fatto di scelte prevalga, sapendo che è in gioco il futuro di tante generazioni, soverchiate dalle amare responsabilità di una società che li ha sovraccaricati di debiti, che gli nega un futuro da giovani e la serenità da anziani, ed alle quali tutti ricordano, a turno, che devono vivere con la cenere cosparsa sul capo, rivolti alla mecca nel mese del Ramadan, con la mente ed il cuore a Lourdes.
Che altro dire? Les pauvres! Se trovano un mondo di adulti che confligge anche sull’essenziale, come nella guerra dei Roses .
 
Mimmo Palummieri










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