martedì 24 settembre 2024


18/04/2009 12:32:32 - Sava - Cultura

 

Angelo Franco è il papà di Paolo, moto qualche anno fa in un incidente all’Ilva
«Formazione e informazione per evitare le morti bianche»
 
Formazione e informazione per prevenire gli incidenti sul lavoro. E’ la via indicata da Angelo Franco, il padre di Paolo, il giovane operaio di San Marzano che ha perso la vita, qualche anno fa, all’interno dell’Ilva, e da Cosimo Semeraro, presidente del “Comitato 12 giugno”, un associazione che ricorda la data della morte di Paolo, per arginare una emergenza che oramai presenta numeri raccapriccianti: 1.300 morti e 800.000 feriti ogni anno.
«Le cause di questo “bollettino di guerra”? La scarsa cultura della prevenzione, che paga dazio alla aberrante logica del profitto» ha affermato Angelo Franco davanti ad una platea di studenti del “Del Prete” di Sava, impegnati in un progetto sulla comunicazione, la cui referente è la prof.ssa Rosa Soloperto. «Sembrerà contraddittorio, eppure, rispetto a trent’anni fa, l’operaio, pur essendo sempre meno impegnato in azienda in lavori manuali, essendo questa l’era della tecnologia, incappa in un numero sempre maggiore di incidenti sul lavoro. Pur dovendo, in sostanza, limitarsi a controllare le macchine che funzionano. Rispetto a trent’anni fa, quando io ho iniziato a lavorare all’Ilva, anche le misure sulla sicurezza sono indubbiamente aumentate. Ma, parallelamente, aumentano le “morti bianche” e gli incidenti sul lavoro. Come mai accade questo? Si dedica sempre meno tempo alla formazione dell’operaio. Quando sono stato assunto io all’Ilva, nel 1972, sono stato formato per quasi due anni e, poi, sono stato affiancato, per altri due-tre anni, a colleghi più esperti. Oggi, invece, la formazione dell’operaio si limita a non più di 80 ore. E con una formazione sempre più risicata all’osso, viene a mancare anche l’informazione: l’operaio non sa come comportarsi in determinate situazioni di emergenza e, quindi, l’incidente è sempre più dietro l’angolo».
Sollecitato dalla domanda di una studentessa, Angelo Franco si è soffermato su due altri aspetti molto importanti: la situazione continua di ricatto del lavoratore e l’assenza di un sindacato che si batta con decisione per arginare questa emergenza.
«E’ vero, oggi, con la crisi esistente, gli operai, pur di conservare il prezioso posto di lavoro, molte volte abbassano il capo ed evitano di ribellarsi a situazioni impossibili. Le organizzazioni sindacali, poi, in molte circostanze sfruttano le deleghe concesse degli operai al fine di ottenere vantaggi personali. Non è un caso se quasi tutti i sindacalisti poi compiono il salto in politica. E se il sindacato, di conseguenza, oggi ha idee vecchie di trent’anni».
Durante l’incontro è poi intervenuto anche Cosimo Semeraro, presidente del “Comitato 12 giugno”.
«Lottiamo affinché la salute non debba essere barattata per un posto di lavoro e perché le leggi siano rispettate» ha affermato Semeraro. «Io sono una vittima, ad esempio, dell’amianto: ho sviluppato l’asbestosi e nessuno mi ha tutelato. Ma ci sono tanti altri lavoratori ai quali viene impedito di usufruire dei benefici della legge sull’amianto. La nostra associazione si batte anche per una giustizia rapida».
Cosa consigliare, oggi, ad un genitore che ha un figlio che lavora all’Ilva?
«Io giudicai il posto di lavoro che ottenne Paolo all’Ilva alla stessa stregua di una vincita al Totocalcio. Oggi mi accorgo che non è così. Ai genitori e ai ragazzi che vi lavorano posso solo dire di prestare la massima attenzione. Perché un altro posto di lavoro si può sempre trovare. La vita, invece, non te la restituisce nessuno».
Nella galleria alcune foto.










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