lunedì 23 settembre 2024


26/02/2012 08:17:44 - Manduria - Politica

Tommasino ha difeso Girardi ed ha attaccato i suoi detrattori: «Come mai nessuno ha parlato del candidato di una lista a me contrapposta di cui si parla negli atti. Eppure ha ottenuto 108 voti…»

 
«In questi ultimi giorni ho letto veri e propri deliri o, in altri casi, tentativi di stravolgimento della realtà. Sulla questione morale, nei primi giorni ho scelto di stare in silenzio esclusivamente per il rispetto, totale e incondizionato, che nutro per la Magistratura. Poi mi è sembrato giusto intervenire per replicare a coloro che si sono divertiti a fare terrorismo».
Con garbo, ma anche con altrettanta fermezza, Paolo Tommasino, incontrando i rappresentanti della stampa e i cittadini, ha chiarito il proprio pensiero su quanto è stato detto e scritto negli ultimi giorni sulla questione morale e non solo. Molti dei concetti il sindaco li aveva già espressi in una recente intervista rilasciata al nostro giornale.
«Quali infiltrazioni ci sarebbero stati all’interno della nostra Amministrazione? Nessun consigliere o assessore è risultato indagato» ha dichiarato Tommasino. «Vi sono un paio di episodi in cui si citano delle intercettazioni in cui uno degli arrestati parla di Girardi. Ma il presidente del Consiglio ha già chiarito il tipo di rapporto, esclusivamente professionale, che ha avuto nel passato con l’interessato: il suo legale lo aveva nominato come consulente per una perizia di parte. Se uno lavora bene, è normale che vi sia una certa riconoscenza. Però questo non significa che la persona sia collusa. Io non mi sono mai sognato di pensare che un giornalista, che ha avuto dei rapporti professionali con uno degli indagati in quest’ultima inchiesta (tanto da scrivere un libro), sia colluso con la mafia. Non solo. Leggendo gli atti dell’inchiesta, emerge che un candidato di una lista che era contrapposta alla mia coalizione era ritenuto il “guaglione” che il clan avrebbe dovuto appoggiare alle elezioni, tanto da ottenere 108 voti. Eppure nessuno dei giornalisti di Manduria ha fatto riferimento all’episodio. Non capisco i motivi…».
Tommasino ha poi chiarito ulteriormente l’aspetto della concessione temporanea di un bene confiscato alla mafia all’azienda che gestiva il servizio dei parcheggi a pagamento (l’appalto è stato temporaneamente sospeso).
«In questo senso c’era già stata una delibera del commissario prefettizio. Noi abbiamo seguito quell’indicazione. L’azienda si assunse l’onere di ripulire l’area (spendendo 7.000 euro), per poi gestire, da metà luglio a fine agosto, il parcheggio, introitando appena 1.500 euro. Il bene è poi ritornato al Comune. Chi ci ha guadagnato allora? La decisione di concedere altri stalli nei pressi dell’ospedale si spiega, invece, perché erano in corso dei lavori al centro della città e l’azienda non gestiva più il numero di stalli previsti dal contratto. Dalla stampa mi aspetto correttezza e serietà…».










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