lunedì 23 settembre 2024


08/03/2012 15:19:45 - Manduria - Politica

Un’ipotesi che circola per il futuro: una maggioranza trasversale per raggiungere pochi ma ben definiti obiettivi

 
Paolo Tommasino non rispetterà l’ultimatum posto dai tre consiglieri del Gruppo Misto Autonomo. Da quel che si apprende a livello ufficioso, l’Amministrazione non intende cedere a quello che viene definito dalla maggioranza un “ricatto”: l’azzeramento della giunta entro stamani, oppure la rottura totale con i tre consiglieri comunali indipendenti.
Una reazione sicuramente preventivabile: nessun sindaco avrebbe mai potuto cedere, di fronte all’opinione pubblica, ad un ultimatum posto in termini così perentori. Peraltro, sempre da quel che si sostiene nei corridoi di palazzo di Città, secondo alcuni rappresentanti dell’Amministrazione le ragioni dello strappo dei tre consiglieri sarebbero ben altre e sarebbero legate ad alcuni provvedimenti licenziati recentemente dalla giunta (in particolare, il provvedimento di rinnovo delle dirigenze comunali).
Tommasino e i partiti che sostengono l’attuale Amministrazione intendono, quindi, continuare a governare la città, anche non avvalendosi dell’appoggio dei tre consiglieri indipendenti.
Lo stesso primo cittadino, dopo che solo nella mattinata di ieri sono state protocollate le dimissioni dell’assessore Simona De Pasquale (annunciate dagli indipendenti venerdì della scorsa settimana), avrebbe deciso di avocare provvisoriamente a sé la delega alle Attività Produttive, al fine di poter seguire in prima persona le ultimissime fasi per l’organizzazione della Fiera Pessima, che sarà inaugurata sabato sera.
Solo al termine della rassegna fieristica, la maggioranza valuterà il percorso da seguire per il futuro. Una delle ipotesi che vengono maggiormente prese in considerazione è quella di lanciare una sorta di patto trasversale per la città: individuando, ovvero, una serie di obiettivi strategici ai fini della crescita e dello sviluppo di Manduria, si chiederebbe un sostegno esterno a tempo anche a taluni consiglieri della minoranza.
Allo stato attuale è impossibile capire quanti e quali consiglieri di minoranza sarebbero disposti ad accettare una tale proposta. Di certo, però, crediamo che c’è chi vorrebbe evitare una crisi al buio, soprattutto perché non ci sarebbero più i tempi per votare in questa primavera. Di conseguenza, la città resterebbe commissariata sino alla primavera del prossimo anno: circa 15 mesi.
Davanti a questa nefasta prospettiva, qualche consigliere di minoranza potrebbe essere indotto ad un gesto di responsabilità.
C’è una cartina di tornasole per verificare, sin da subito, le reali intenzioni della minoranza. I tre consiglieri indipendenti si sono dichiarati disponibili ad apporre le proprie firme per ottenere lo scioglimento del Consiglio Comunale. Ora la minoranza, quindi, avrebbe potenzialmente i numeri (16 consiglieri) per depositare le firme per lo scioglimento del consesso attraverso le contemporanee dimissioni. Arriveranno?










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