domenica 29 settembre 2024


15/03/2012 10:55:57 - Manduria - Attualità

In attesa che Amati mantenga l’impegno, perché Vendola non sospende l’iter?

 
Alla vigilia di un altro convegno che si terrà sabato mattina in Fiera, i circoli Sel di Lizzano, Maruggio, Sava. Manduria, Avetrana, Fragagnano e San Marzano, unitamente al consigliere regionale Alfredo Cervellera e al responsabile per il settore Ambiente delle segreteria provinciale, Maurizio Baccaro, rilanciano una proposta alternativa allo scarico a mare dei depuratori di Lizzano e di Manduria: scaricare le acque sanificate e affinate con gli impianti previsti dalla Tabella 4 direttamente nel sottosuolo, al fine di ottenere il ripascimento della falda acquifera profonda.
«Questo consentirebbe di evitare di scaricare in mare quelle acque che, ben depurate, possono rappresentare una sicura risorsa per l’agricoltura, e non solo, in una Regione come la Puglia che, per la sua evoluzione geomorfologica, è carente di risorse idriche» sostengono tutti i rappresentanti del Sel, che si sono riuniti a Lizzano.
La proposta era stata avanzata, già a settembre dello scorso anno, dall’assessore regionale Amati nel corso del Consiglio Comunale monotematico che si svolse a Manduria. Ma per poter scaricare in falda, servono due condizioni. La prima è quella di ottenere dallo Stato una deroga alle vigenti normative.
«Ci adopereremo altresì per predisporre una proposta di ordine del giorno da sottoporre all’approvazione di tutti i Consigli Comunali, che, in tal modo, potranno dare grande forza alla giusta istanza di una intera Regione» si legge ancora nel documento di Sel.
Nel documento, però, non c’è alcun riferimento al mancato rispetto degli impegni da parte dell’assessore regionale Amati, il quale aveva promesso di stanziare le risorse necessarie per adeguare il progetto del depuratore consortile nelle tecnologie: dalla Tabella 1 (quella prevista ora), alla Tabella 4 (quella della sanificazione e del massimo affinamento).
Se la Regione non delibera lo stanziamento delle risorse necessarie, crediamo non si possa chiedere nulla allo Stato, che non concederebbe mai l’autorizzazione a scaricare in falda i reflui trattati con le tecnologie della Tabella 1, ovvero quanto di più antiquato esista sul mercato. Perché, allora, il consigliere regionale Cervellera, che ha dimostrato la propria sensibilità al problema, non si fa portavoce di questa istanza in Regione?
Ottenendo un preciso atto deliberativo in tal senso, si potrà poi avanzare al Governo la richiesta di deroga e, nello stesso tempo, una istanza di moratoria alla Regione Puglia, affinchè sospenda temporaneamente l’iter del progetto stesso.
Altrimenti, qualcuno potrebbe sospettare che, dietro a questa presa di posizione, ci possa essere solo un tentativo di alleggerire la pressione delle comunità verso la Regione Puglia (guidata da un dirigente del Sel), per dirottarla verso il Governo nazionale.
Di questo, ma non solo, si parlerà sabato mattina, alle 10, in Fiera, in un convegno al quale parteciperanno anche il direttore dell’Istituto di botanica sistematica dell’Università del Salento, Silvano Marchiori, il presidente della Commissione Ambiente della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, il docente di Geologia Applicata dell’Università di Potenza, Mario del Prete, il geologo Paolo Muscogiuri, l’ing, Carmelo Delli Santi, e il sindaco Paolo Tommasino.










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