lunedì 23 settembre 2024


17/03/2012 09:11:31 - Manduria - Politica

Il presidente del Consiglio uscente: «Ha perso la città. L’ingovernabilità di Manduria? Alla base c’è un malessere di tipo etico…»

 
«Lo scioglimento del Consiglio Comunale è una sconfitta per l’intera città. Avrei capito la mossa politica dell’opposizione se ci fosse stata la possibilità di andare a votare dopo 3-4 mesi. Invece sono state poste le condizioni per commissariare la città per ben 14 mesi. Con il rischio che il Comune vada in dissesto finanziario…».
Leo Girardi, presidente del consesso elettivo uscente, analizza il “terremoto” politico dell’altro ieri, che ha azzerato gli organi elettivi.
«Per la quarta legislatura consecutiva, le Amministrazioni non sono riuscite a completare il mandato naturale affidato dagli elettori. I motivi della ingovernabilità? Non credo che possano essere ricondotti sempre alle incapacità delle Amministrazioni. Forse alla base c’è un certo malessere etico. C’è gente che si candida non per mettersi al servizio della città, ma per cercare di risolvere problemi che investono la sfera personale. Quando questo non è possibile, ecco le barricate e le firme per determinare lo scioglimento del consesso elettivo».
Mentre la sezione del Fli di Manduria sconfessa, in una nota del coordinatore cittadino Mario Del Prete, la decisione del consigliere Nicola Muscogiuri di avallare l’iniziativa dell’opposizione tesa a far sciogliere il Consiglio («Il consigliere Muscogiuri continua ad agire in modo indipendente e del tutto personale, senza consultare gli organi di partito»), Girardi si sofferma sulla mossa dei 16 consiglieri.
«E’ stato un gesto irresponsabile» afferma Girardi. «Probabilmente il Pd ha voluto rendere pan per focaccia, vendicando lo scioglimento anticipato della precedente legislatura. Posso anche capire la sede di vendetta, anche se in politica la vendetta non dovrebbe esistere. A questa gente voglio ricordare che io, insieme all’Udc, nella scorsa tornata, pur di non creare la crisi, mi sono astenuto al momento dell’approvazione del Bilancio. Non chiesi nulla di personale in cambio. Volevo solo un impegno dell’Amministrazione teso a risolvere i problemi urbanistici della litoranea e del centro storico. Avendo poi constatato, dopo quattro mesi, che nulla era stato fatto, votai contro il riequilibrio di Bilancio e apposi la mia firma per lo scioglimento del Consiglio quando mancavano pochi mesi alla fine della legislatura. L’altro ieri mattina avevamo fatto un’apertura alla gente responsabile dell’opposizione. Eravamo disposti a confrontarci non per salvare l’Amministrazione, ma per continuare a lavorare per risolvere i problemi della città. Invece la minoranza si è rivelata sorda. Ma non credo che abbia motivi per rallegrarsi di questo comportamento. Al centrosinistra, infatti, vorrei chiedere se hanno un progetto alternativo, visto che ci sono lacerazioni all’interno dei partiti e fra gli stessi partiti».
Infine alcune frecciate ai consiglieri indipendenti, ago della bilancia in questa contesa.
«Non hanno mai accettato di ragionare. Chiedevano l’azzeramento sulla scorta di pretese che non erano sicuramente politiche. Avevano deleghe importanti in giunta (Attività Produttive, Fiera Pessima, Prodotti Tipici), ma hanno ritirato il proprio assessorato 2 giorni prima dell’inaugurazione della Fiera. D’altronde, il comportamento in tutti i 22 mesi della legislatura è chiaro testimone della loro condotta».










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