domenica 29 settembre 2024


18/03/2012 07:52:30 - Manduria - Attualitą

Se ci dovessero essere difficoltà per il tavolo tecnico, Pentassuglia convocherà una riunione ad hoc fra tre assessori regionali e i rappresentanti di tutti i partiti nella Commissione Ambiente

 
Un tavolo tecnico presso l’assessorato alle Opere Pubbliche, per discutere delle proposte alternative allo scarico a mare. E, qualora il tavolo tecnico dovesse tardare nell’avvio dei lavori, una riunione ad hoc nella Commissione Ambiente al fine di rivalutare, insieme ai tre assessori regionali competenti (Barbanente per l’Urbanistica, Amati per il Lavori Pubblici e Nicastro per l’Ambiente) e ai rappresentanti di tutti i partiti, l’elaborato tecnico del depuratore consortile di Manduria e Sava.
Donato Pentassuglia, consigliere regionale del Pd nonché presidente della Commissione Ambiente della Regione Puglia, ha assunto due precisi impegni al termine del convegno che si è svolto, ieri mattina, nel padiglione della Fiera Pessima.
«Ho ascoltato alcune interessanti soluzioni alternative allo scarico a mare» ha affermato Pentassuglia. «C’è bisogno di una sintesi e anche di chiarezza su ciò che si intende raggiungere. Ad esempio, si è parlato dell’impianto di fitodepurazione di Melendugno, ma non bisogna dimenticare che questo centro ha comunque la condotta sottomarina. Per le trincee drenanti, non bisogna dimenticare che dopo qualche anno il sistema filtrante si intasa e c’è bisogno di manutenzione: quest’onere chi dovrebbe sopportarlo? Se, però, il Governo autorizzasse il ripascimento in falda (chiaramente stiamo parlando di acque sanificate in Tabella 4), il problema sarebbe di più facile risoluzione. Mi risulta che anche l’assessore provinciale all’Ambiente Conserva stia seguendo questa strada. Di questo riferirò domani (lunedì), all’incontro che si terrà con i parlamentari jonici e con Vendola sull’emergenza-Taranto. A tal proposito, mi dispiace che si parli dell’inquinamento di Taranto solo a pochi mesi dalle elezioni e solo dopo che è stata resa nota una perizia giudiziaria».
Al convegno, i cui lavori sono stati coordinati da Liliana Digiacomo in rappresentanza del comitato “No Scarico a Mare”, sono intervenuti il docente universitario Mario Del Prete (ha ribadito la propria convinzione, dimostrata scientificamente, che è un errore grave lo scarico a mare in quanto sottrae acqua all’agricoltura e danneggia l’ecosistema marino, proponendo l’irrigazione e l’alimentazione della falda di acqua dolce con le acque sanificate del depuratore), l’ex sindaco Paolo Tommasino (che ha rendicontato i risultati dell’impegno dell’Amministrazione in questi due anni scarsi di legislatura), l’ingegnere Carmelo Delli Santi e il geologo Paolo Muscogiuri (incaricati dal Comune, hanno presentato l’ipotesi di trasformare l’area della masseria Marina, di proprietà del Comune, in un campo da golf, che richiede l’utilizzo di tantissima acqua), e l’altro docente universitario Silvano Marchiori («Assurdo buttare tutta l’acqua in mare: le responsabilità sono politiche»).
Seduto in mezzo al pubblico vi era l’ex assessore regionale Convertino, il quale, in un accorato intervento, ha definito “matrigna” la Regione Puglia rispetto alla provincia di Taranto, ricordando come l’impegno di Amati di sei mesi fa non sia stato ancora tradotto in atti concreti.










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