domenica 29 settembre 2024


20/04/2012 09:31:14 - Manduria - Attualità

Gli studenti delle classi III C e F hanno dato vita ad un vero processo: in questo caso ha vinto la voglia di vincere l’omertà e la mafia

 
Un processo che vede alcuni malavitosi locali imputati di gravissimi reati: associazione criminale di stampo mafioso, lesioni gravissime, attentati, corruzione, estorsione. Imputati che hanno tentato l’estorsione ad una proprietaria di una gioielleria del centro e che, davanti alla sua ferma reazione, non hanno esitato a far esplodere un ordigno davanti alla porta d’ingresso. Gli stessi imputati hanno poi tentato di corrompere un funzionario comunale per cercare di favorire un’azienda edile nell’aggiudicazione di un appalto per la costruzione di una nuova piazza.
Il tribunale non ha fatto sconti, condannando tutti gli imputati a 15 anni di reclusione e alla confisca di alcuni beni.
L’aula consiliare di Manduria si è trasformata, l’altro ieri sera, nella sede di un tribunale. A vestire i panni dei giudici, degli indagati, degli avvocati e dei testimoni sono stati gli studenti delle classi terze delle sezioni C ed F della scuola media “Marugj-Frank” in quello che è stato l’ultimo atto di un progetto Pon sulla legalità e sulla cittadinanza attiva realizzato sotto la guida delle docenti Giardino e Gaballo e con la collaborazione dell’associazione Libera.
Un vero e proprio processo, nel corso del quale è emersa la voglia di non piegarsi alla mafia sia dell’esercente, sia del funzionario del Comune.
«L’ho fatto per dar voce ai miei diritti e per aiutare chi non ha coraggio a vincere la paura» hanno detto i due ragazzi che, nel processo, hanno impersonato la titolare della gioielleria e il funzionario del Comune, lanciando il messaggio più pregnante ai tanti presenti.
Dopo la rappresentazione del processo, sono intervenuti la preside della scuola Rita Pisarra, il commissario prefettizio Aldo Lombardo, l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Francesco Massaro, la docente Giardino, la referente per Taranto di Libera Anna Maria Bonifazi, la tutor del progetto Michela Soldo e, infine, Alessandro Tedesco, figlio del carabiniere tarantino Giambattista, ucciso alcuni anni fa dalla criminalità. E’ molto probabile che, nel prossimo futuro, a Manduria possa essere fondato un presidio di Libera intitolato proprio a Giambattista Tedesco.
L’avv. Michela Soldo ha poi sottolineato la curiosità: questo progetto, iniziato due anni fa, si è concluso in questi giorni, con una commissione d’indagine che sta indagando per verificare se vi siano state infiltrazioni mafiose a Palazzo di Città. Manduria, poi, è uno dei comuni jonici con il maggior numero di beni confiscati alla mafia.
«Mi auguro di ritrovarci presto a Manduria, con la città che ha una propria Amministrazione (magari composta anche da qualcuno di questi ragazzi) e con il presidio di Libera» ha affermato l’avv. Soldo.
Per il futuro non manca la fiducia, espressa attraverso uno striscione appeso nell’aula consiliare, riportante le parole del giudice Caponnetto.
«Come è possibile con una tale gioventù non avere speranze per il futuro?».
 










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