lunedì 23 settembre 2024


24/04/2012 09:38:41 - Sava - Attualità

L’intervento dell’ambientalista Mimmo Carrieri

 
«Non è sufficiente un’ordinanza tardiva, giunta a distanza di 16 anni, per esentare l’attuale Amministrazione dalle responsabilità per i resti mortali che, nel cimitero, giacciono nelle buste della spazzatura, nelle urne corrose dalla ruggine o si trovano “abbandonati alla rinfusa alla rinfusa ed in modo non consono con il decoro e il rispetto dei defunti”, come è riportato in una nota dell’Asl».
A sostenerlo è l’ambientalista savese Mimmo Carrieri, che, per primo, ha sollevato un episodio sicuramente increscioso: le ossa umane abbandonate nel cimitero di Sava.
«Il primo cittadino, che per la carica che ricopre è anche la prima autorità sanitaria, non può pensare che questa ordinanza, emessa a distanza di 16 anni, possa essere sufficiente a scagionarlo dalle sue responsabilità» sostiene Carrieri. «Nelle delibere di Giunta del 1996 e del 1998 (sindaco ancora Maggi), parlando delle “estumulazioni di massa”, si legge: “I relativi resti mortali delle salme estumulate sono raccolte in urna e depositati nell’Ossario Comunale”. Ma ciò non risponde al vero poiché gran parte dei resti ossei furono “depositati” in una sessantina di bustoni di celophan (normalmente utilizzati per la raccolta della spazzatura) o abbandonati alla rinfusa, in modo non consono con il decoro e il rispetto per i defunti, in una botola comunicante con l’esterno dell’ossario; in calderine; in cassette ossario in metallo zincato (in gran parte corrose dalla ruggine) poggiate per terra».
Carrieri sostiene inoltre che alcuni «poveri resti ossei furono fatti rotolare alla rinfusa dalle botole (ora ostruite dalle ossa come si nota dalle foto) presenti sul piano calpestio dell’area cimiteriale. Appare evidente, e ne sono fermamente convinto, che tutto quanto è accaduto sia il risultato della noncuranza e trascuratezza, nonché di una chiara condotta colposa che ha arrecato offesa ai defunti e ai loro parenti, e che vi sia stato soprattutto “vilipendio di cadaveri” per il quale l’Autorità Giudiziaria ha già aperto un fascicolo al fine di individuarne gli eventuali responsabili. A questa grave situazione si aggiunge inoltre lo stato di degrado ambientale ed igienico sanitario in cui si trovano 288 loculi con i loro feretri tumulati nel plesso dei “Combattenti e Reduci di Guerra”. I Vigili del Fuoco di Manduria, sin dall’ottobre 2011, a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie e ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e privata, ne fecero interdire l’accesso con transenne. Dopo circa 6 mesi il plesso versa ancora nel più totale stato di abbandono e i parenti dei defunti ne reclamano l’accesso. A quando il ripristino dello stato dei luoghi?».










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