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25/04/2012 09:30:47 - Provincia di Taranto - Politica

Turco: «I fatti stanno dimostrando che la mia Amministrazione si è comportata correttamente: volevamo tutelare le casse del Comune»

 
«La piscina di Torricella rischia di chiudere i battenti il prossimo 30 aprile. In tal caso, dieci unità lavorative perderanno il proprio posto. Il Comune non può restare inerme di fronte a questa eventualità».
L’ex sindaco Giuseppe Turco lancia l’allarme sul rischio, molto concreto, che gli attuali gestori della piscina comunale rinuncino al contratto in quanto si è rilevato molto oneroso.
«L’azienda ha sostenuto spese per acqua, luce e gas per circa 100.000 euro in due anni» afferma Turco. «La gestione, insomma, è deficitaria: le entrate non sono sufficienti per coprire queste spese e quelle relative al personale. Ragion per cui, da quel che ci risulta, quest’azienda intende lasciare la gestione della piscina comunale al 30 aprile prossimo. Dieci unità lavorative, pertanto, perderebbero il proprio posto. Ricordo che qualche anno fa, quando io ero sindaco, gli esponenti del centrodestra di Torricella diedero vita ad un corteo di protesta per invocare l’apertura della piscina, insieme a mogli e cagnolini… Ora mi aspetto da questa gente, che amministra oggi Torricella, una dimostrazione di coerenza: devono tenere aperta la piscina. E’ necessario avviare un confronto con il gestore e doveroso trovare una soluzione che sia conveniente per tutti. Se questa soluzione non sarà individuata, la responsabilità dovrà essere ascritta esclusivamente all’attuale Amministrazione, che dovrà trarre le conclusioni, dimettendosi dalla carica».
Turco, infine, si toglie un sassolino dalla scarpa.

«Questa storia dimostra che la mia Amministrazione ha avuto lungimiranza» prosegue l’ex sindaco. «Al mio insediamento trovai un contratto di aggiudicazione della gestione della piscina che conteneva condizioni capestro per il Comune di Torricella: l’azienda vincitrice di quell’appalto avrebbe dovuto versare al Comune circa 7.000 euro ogni anno. Ma il Comune avrebbe dovuto accollarsi tutte le spese correnti (acqua, luce, gas). In questi due anni c’è stata la dimostrazione che se la mia Amministrazione avesse rispettato quell’intesa, le casse comunali sarebbero andate in tilt. E’ evidente che l’accordo che io ho stipulato era molto più vantaggioso per il Comune. Altro che abuso in atti d’ufficio: io tutelai solo gli interessi del Comune».











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