lunedì 23 settembre 2024


30/05/2012 09:57:34 - Maruggio - Attualità

Alla vigilia di una nuova stagione estiva, non si è proceduto alla bonifica

 
«A distanza di un anno dai miei primi esposti sul degrado ambientale e igienico che regna all’interno del porto di Campomarino, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è ulteriormente peggiorata».
Mimmo Carrieri, ambientalista di Sava, segnala nuovamente la criticità ambientale che esiste nell’area del porto.
«Un anno fa inviai esposti al Comune di Maruggio, alla Provincia di Taranto, alla Regione Puglia e all’Arpa» ricorda Carrieri. «Mi rivolsi anche alle autorità sanitarie (ASL di Manduria - Dipartimento Prevenzione Igiene e Sanità Pubblica) e alle autorità di polizia. I risultati? I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, insieme ai tecnici del Comune, hanno verificato lo stato dei luoghi. La stessa Regione Puglia e l’ASL di Manduria (che, attraverso i propri tecnici, aveva disposto un sopralluogo per la verifica delle condizioni igienico sanitarie da me lamentate) con proprie note del 5 settembre e del 27 agosto dello scorso anno hanno sollecitato il sindaco del Comune di Maruggio ad adottare provvedimenti “ai fini della tutela dell’ambiente e della salute pubblica dei residenti e villeggianti”, rimuovendo gli inconvenienti segnalati. Ma a distanza di un anno nessuno ha bonificato l’area».
La causa della negligenza è probabilmente da ricercarsi nei conflitti esistenti all’interno della società mista “Torre Moline”, composta da un privato e dal Comune di Maruggio.
«La situazione è … “stagnante,” nel senso che i rifiuti speciali ai quali la nota dell’ASL si riferisce, si trovano ancora lungo l’insenatura a sud del suddetto porto turistico» prosegue Mimmo Carrieri. «Nel corso di un mio sopralluogo, effettuato sabato e domenica scorsa, ho verificato che le condizioni sono ulteriormente peggiorate.
Alle diverse tipologie di rifiuti visibili (pneumatici,bottiglie di plastica, cassette di polistirolo legno, vetro, rame ecc.) si sono aggiunti diversi bustoni di plastica scuri di imprecisato contenuto»
Poi le mortificanti considerazioni finali.                     
«E mentre le autorità pubbliche continuano a discutere, col solito metodo dello “scarica barile”, su chi, come e quando intervenire per i lavori di dragaggio e per la rimozione dei cumuli di rifiuti» fa notare in conclusione Mimmo Carrieri, «qualcuno, come spesso è accaduto per i siti inquinati dalle discariche abusive a cielo aperto, ha pensato di bonificare l’area appiccandovi il fuoco».










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