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07/06/2012 09:10:13 - Provincia di Taranto - Politica

L’intervento dei consiglieri del Pd Todaro e Micelli e la spiegazione delle dimissioni di Chimienti

 
Non c’è più armonia all’interno dell’Unione dei Comuni del Mare e del Sole. La riprova è arrivata dall’ultima riunione dell’assemblea, disertata da metà dei componenti, che si è chiusa con le dimissioni dell’attuale presidente, il sindaco di Maruggio Alberto Chimienti.
Sulle difficoltà interne intervengono due consiglieri di centrosinistra, Giuseppe Todaro di Fragagnano ed Emanuele Micelli di Avetrana (nella foto).
«Dopo una lunga attesa, il segretario Antonio Menzolla ha aperto i lavori dell’assemblea con l’appello dei presenti: ebbene, su 28 consiglieri assegnati (21 consiglieri comunali e 7 sindaci) erano presenti appena 14 consiglieri (9 consiglieri comunali e 5 sindaci). Chiaramente la seduta non è stata ritenuta valida e l’assemblea è stata rinviata».
Nonostante la presenza di una larghissima maggioranza di centrodestra all’interno dell’assemblea dell’Unione dei Comuni del Mare e del Sole (vi fanno parte Avetrana, Maruggio, Torricella, Lizzano, Fragagnano, Pulsano e Leporano), si coglie chiaramente la difficoltà di tenuta.
«Dei 14 presenti, 2 (ovvero i sottoscritti), sono di centrosinistra e gli altri 12 sono collocabili nel centrodestra» continuano ancora Todaro e Micelli di Avetrana). «Inoltre tra i 28 consiglieri, ben 19 sono di centrodestra e 9 di centrosinistra. Una maggioranza “bulgara”, che permetterebbe l’approvazione di qualunque atto... Ma sembra che vi sia una rottura all’interno del centrodestra, che non permetterebbe di eleggere il nuovo presidente dell’Unione. Per questo motivo che la seduta è andata deserta.
La nota di Todaro e Micelli si chiude con una serie di quesiti.
«Cosa sta accadendo all’Unione dei Comuni? Quali sono i motivi di queste diatribe all’interno del centrodestra? Per noi consiglieri di centrosinistra la crisi ci sembra inopportuna. Ora, come sembra, la parola dovrebbe passere al Prefetto. Forse per un commissariamento?».
Sull’argomento abbiamo interpellato il presidente dimissionario Alberto Chimienti.
«Vorrei evitare speculazioni di bassa lega» è la premessa del sindaco di Maruggio. «La mia elezione a presidente fu il frutto di un accordo trasversale fra i partiti. Non si tenne conto delle appartenenze, ma si privilegiò l’armonia che necessariamente deve regnare in questi enti: fui eletto infatti all’unanimità. Nell’ultima assemblea non c’è stato il numero legale. Poiché si doveva approvare il Bilancio ed eleggere il nuovo presidente, ho ritenuto opportuno farmi da parte, e ciò al fine di favorire una intesa che superi ancora una volta gli schieramenti».
Pare che uno dei motivi del contendere sia la difformità di vedute sulla rieleggibilità a presidente di Alberto Chimienti, che ha coperto la carica per due mandati, che però durano solo due anni. Per alcuni (proprio come accade per i sindaci), non sarebbe più rieleggibile. Per altri (essendo il mandato lungo solo due anni), invece potrebbe esserci una terza elezione.










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