mercoledì 25 settembre 2024


08/06/2012 06:27:07 - Salento - Attualità

Al suo arrivo in carcere ha chiesto: «Quanto tempo dovrò restare qui?»

 
Si chiama Giovanni Vantaggiato il 68enne di Copertino autore dell’attentato all’istituto Morvillo-Falcone di Brindisi dello scorso 19 maggio nel quale perse la vita la sedicenne di Mesagne Melissa Bassi e furono gravemente ferite cinque delle sue compagne, tra le quali la più grave Veronica Capodieci, ancora in via di guarigione.
La confessione dopo più di nove ore di interrogatorio davanti agli inquirenti della Procura di Lecce e davanti al procuratore della Dda Cataldo Motta, che ben conosce quel territorio tanto da escludere sin da subito la matrice mafiosa dell’attentato.
Il responsabile, padre di due figlie, una delle quali insegnante, gestisce un deposito di petrolio e carburante a Copertino insieme alla moglie dov’era stimato da tutti quale instancabile lavoratore, lasciando i concittadini attoniti alla notizia.
«L’ho fatto per vendicarmi della malagiustizia che mi ha negato un risarcimento di 300.000 euro dovuti ad una causa persa, ero intenzionato ad indirizzare l’ordigno al Tribunale, ma poichè era super sorvegliato ho deciso di agire in pieno giorno ed altrove allo scopo di protestare per la causa persa».
Questo il probabile movente del gesto criminale dichiarato dall’uomo, che, però, non convince gli investigatori, come non sono convinti del fatto che ad agire sia stato da solo. In realtà sono state proprio le telecamere ad inchiodarlo subito prima e subito dopo l’attentato alla scuola, nonchè la serie di fotogrammi che hanno ripreso la sua Fiat nel pressi dell’istituto.
Il successo dell’operazione da attribuirsi al pool investigativo chiamato dalla Procura di Lecce, che da subito, ha saputo riconoscere nell’identikit dell’uomo con il telecomando in mano, il responsabile del vile crimine sino a scovarlo.
Attualmente è detenuto presso il carcere di Lecce, dove ci sarà l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo e dove molto probabilmente si esporrà alla dura legge del codice d’onore dei detenuti che vietano le ritorsioni su donne e bambini. Nemmeno a dirlo, le feroci dichiarazioni del papà di Melissa che si è detto pronto ad avercelo tutto per sé, per motivi sin troppo facilmente comprensibili.
Ancora storie di giovani donne sotto l’ombrellone di questo sud ferito dal sangue per nulla.
 
Mimmo Palummieri










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