lunedì 23 settembre 2024


09/06/2012 07:12:58 - Manduria - Politica

L’ex consigliere: «E’ esagerato affermare che l’ospedale muore»

 
«Quello che si è consumato ieri a Manduria, in via Imperiali, forse è il primo vero segnale dell’antipolitica che avanza e prende piede sempre più nelle coscienze non solo dei cittadini ma anche di coloro i quali hanno militato per tanti anni nei “Partiti tradizionali”.
A dire il vero un primo segnale lo avevamo avuto in occasione delle ultime elezioni amministrative dello scorso mese di maggio, allorquando abbiamo registrato un calo delle percentuali di partecipazione al voto da parte degli elettori.
Però, da questo, passare a dire che “con l’ospedale muore anche il PD a Manduria”, mi sembra davvero esagerato, anche perché l’ospedale a Manduria non muore e, quindi, non chiude ma, al contrario di quanto si vuol far credere, viene potenziato.
Non voglio entrare nel merito del riordino ospedaliero di cui alla delibera di Giunta Regionale n° 1110 del 5 giugno 2012, che tiene conto anche all’Accordo Stato-Regioni e Province Autonome – Rep. Atti n. 137/CU del 16/12/2010 che emana le “linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali del percorso nascita e per la induzione al taglio cesareo”, recepito con DGR n. 131 del 31/01/2011. Chi volesse può andare a leggere tali documenti e trarre le sue conclusioni.
In questa circostanza, propongo una riflessione pacata su ciò che il PD è stato a Manduria quando ha governato, coerente con le proprie idee nel 2010, e quello che la gente si aspetta dal Partito che, non più tardi di tre mesi fa, ha contribuito nel “mandare a casa” l’amministrazione di centro-destra.
Un partito di persone perbene, che non scivola nel populismo dell’anti politica, che non può e non deve condurre battaglie intestine, che dice la verità alla gente.
Si resta uniti e si fa quadrato nei momenti difficili, non si abbandona la nave nel momento del pericolo, non si addita l’amico di partito senza dargli diritto di replica, non si fanno processi sommari nelle pubbliche piazze, non si insegue il “grillismo” ma lo si contrasta con forza e coesione.
Resto nel PD perché è il mio Partito, del quale ho contribuito alla nascita nel 2007, senza vergognarmene, e nel quale ho sempre cercato di costruire e mai distruggere ciò che può essere bene comune e patrimonio storico di tutti».
 
Amleto DELLA ROCCA
Componente della Segreteria Provinciale del PD










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