domenica 29 settembre 2024


28/06/2012 20:41:37 - Manduria - Attualitą

L’appuntamento è per sabato a Santa Caterina

 
«Porterò con me la carrozzina, ma la lascerò inutilizzata per dimostrare che il mare mi consente di essere autonomo».
Si avvicina il giorno della nuova sfida di Paolo De Vizzi, il sub diversamente abile di Manduria: sabato tenterà un’immersione prolungata di 20 ore nelle acque di Santa Caterina a 9 metri di profondità.
Il programma prevede per le ore 13 la preparazione dell’attrezzatura. Un’ora dopo il briefing con tutti gli assistenti e i medici che seguiranno Paolo De Vizzi per tutta la durata dell’immersione, realizzata grazie alla preziosa collaborazione con il diving “Costa del Sud”.
Alle 15 avrà luogo l’immersione al largo del porto e l’inizio dello stazionamento sul fondale.
Paolo resterà per ben 20 ore sott’acqua.
«Venti ore, tra il giorno e la notte, a contatto con l’elemento che amo di più: l’acqua, nello specifico l’acqua del mare» scrive Paolo nel suo blog dedicato all’impresa.
Sott’acqua Paolo porterà con sè la sua carrozzina ma la guarderà soltanto, perché lì non ne avrà bisogno. La porterà proprio per poterla lasciare e dimostrare che il mare è in grado di restituire a chi ha problemi motori la bellissima sensazione di essere autonomo.
Durante le 20 ore Paolo giocherà a dama con i suoi assistenti (che si alterneranno ogni due ore), mangerà della frutta, andrà in giro per i fondali con lo scooter subacqueo, di notte forse dormirà un po’…
«Le comunicazioni con chi è a terra sono assicurate da un avveniristico facciale-boccaglio con GSM incorporato» aggiunge Paolo. «Intanto sulla terraferma ci saranno dibattiti, incontri, musica. Per ricordarci che siamo tutti diversamente uguali. Ma poi, diversamente da chi?».
Paolo risponde anche alla domanda più scontata: il motivo di questa immersione prolungata.
«Per una mia soddisfazione personale mi piace vivere il mare a 360° di sicuro ci sarà uno studio medico per lo smaltimento dell’azoto e dell’ipotermia» afferma Paolo De Vizzi attraverso il suo blog. «Il primo è quello di far capire che una persona diversamente abile non è poi tanto diversa e di guardare a noi come persone che pur avendo avuto una sventura ci siamo saputi rialzare e cominciare a vivere come facevamo prima. Anzi forse nel mio caso raggiungo obiettivi e traguardi impensabili.
L’altro è quello di far capire a tutti coloro i quali hanno avuto la mia stessa sventura di lottare per una vita migliore e senza barriere.
La frase che segue è un mio pensiero, che uso spesso per citare mie e altrui sensazioni, stati d’animo: il mare sempre diverso per ognuno di noi. Nelle emozioni, nelle sensazioni e nella sua immensa grandezza ci accoglie con i nostri pensieri più profondi. Le attività subacquee sono alla portata di tutti e chiunque può viverle in sicurezza in relazione alla propria fisicità ed autonomia.
Il mio motto è: vivere il mare senza barriere!».










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