domenica 29 settembre 2024


02/07/2012 08:31:33 - Manduria - Attualità

L’audizione è fissata per il 9 luglio prossimo. Ecco la diffida completa inviata alla Regione Puglia

 
«“Piano di rientro e di riqualificazione del Sistema sanitario regionale 2010-2012”
Contenente l’Istanza:
1) avverso la chiusura dell’Unità Operativa di Ostetricia e di Ginecologia dell’Ospedale di Manduria
2) per il rispetto dei parametri regionali territorio/dati demografici, al fine di impedire la eliminazione dal territorio della Provincia di Taranto delle 15 Strutture Complesse Ospedaliere, con richiesta di sospensione dell’efficacia della delibera.-
3) Atto di Diffida e Messa in Mora.
 
Egregio sig. Presidente della Regione Puglia
Il mancato rispetto dei parametri standard regionali da parte della Delibera di Giunta Regionale 21 Giugno 2011 n. 1388 penalizza la provincia di Taranto, determinando una riduzione automatica di 20 posti letto per struttura complessa, con ben 15 strutture complesse in meno rispetto agli standard previsti ed in favore di altre province, con una ulteriore riduzione di 300 posti letto su un territorio che già ne possiede il 50% in meno rispetto a quelli dovuti per le disposizioni programmatiche imposte alla sanità tarantina con il “Piano di rientro e di riqualificazione del Sistema sanitario regionale 2010-2012”, il cui contenuto rileva aspetti di illegittimità ed incongruenza che impone un “Atto” di partecipazione diretta da parte della comunità territoriale tramite un’azione che si qualifica di “pubblico interesse”.
“Azione di pubblico interesse” che la Conferenza dei Sindaci deve perseguire, quale Organismo rappresentativo delle Autonomie Locali, cui spetta esprimere i bisogni sociosanitari delle comunità amministrate e quale Organo deputato a rappresentare gli Enti Locali nella individuazione degli obiettivi di salute, per cui può e deve partecipare al processo di programmazione socio-sanitaria locale e, nell’ambito della funzione riservata al ruolo che esercita, eseguire la verifica sulla gestione e sui risultati, esercitando, a tal fine, ogni altra funzione riservata alla propria competenza.
In questo ambito, non sfugge la circostanza che, secondo gli indirizzi ed i principi del Piano Regionale della Salute, la Giunta Regionale ha elaborato le proprie scelte considerando, tra gli elementi messi a disposizione nella programmazione dell’assistenza sanitaria territoriale, il flusso informativo statistico delle prestazioni sanitarie erogate dalla rete ospedaliera esistente, la cui ricognizione, risulta essere stata influente sulle decisioni delle scelte adottate che, oggi, vediamo aver fortemente penalizzato la sanità Jonica, in particolare, il versante orientale del nostro territorio, con la chiusura del Punto nascita dell’Ospedale di Manduria.
Or bene, l’Asl di Taranto ha trasmesso l’esito del flusso informativo dei dati, con riferimento al numero annuale di parti, che sembrano siano stati determinanti per Manduria sulla decisione di disattivare l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia senza, però:
- motivare sulle ragioni che ha portato a quel risultato,
- né dar conto delle modalità che ha seguito, né tantomeno ha fatto conoscere gli strumenti di valutazione della qualità e quantità dei servizi erogati e nemmeno ha chiarito quali siano stati gli elementi o messo a conoscenza delle scelte organiche-amministrative adottate dall’Asl e se queste, nel periodo scelto, siano stati o meno valutati nell’analisi trasmessa alla Regione Puglia che ha accompagnato per quell’Unità Operativa il flusso informativo del numero annuale dei parti e/o se questo dato ha determinato o meno le considerazioni di non efficienza e/o non efficacia dei servizi di assistenza sul territorio.
Il dato numerico-quantitativo del flusso informatico che ne è derivato per l’Unità Operativa di Ostetricia di Manduria non è un dato corretto in quanto non considera che la detta Unità è stata “depauperata” del suo Organico: il Primario è stato stimolato dall’Asl con l’impiego di mezzi incentivanti ad andar via e altri due medici hanno lasciato l’Unità lasciando di fatto e pericolosamente scoperto da DUE ANNI un reparto così delicato e importante che ha operato nel periodo con UN solo medico e che non ha potuto certamente sopperire al fabbisogno territoriale rappresentato dalla richiesta quantitativa-numerica di nascita.
Sono quindi scattate logiche perverse che non tengono conto del territorio, né delle esigenze delle popolazioni, che hanno portato le pazienti ad una emigrazione verso Grottaglie o verso altri Ospedali e non, a quella più logica, del trasferimento da parte dell’Asl dei medici a Manduria essendo, questa, sede di Presidio Ospedaliero.
E’ evidente che la disamina del “periodo temporale preso a campione“ non rappresenta il reale FABBISOGNO di giornate di ricovero di cui ha bisogno il territorio; mentre, inequivocabilmente indica quali sono le ragioni della criticità sanitaria del nostro territorio in regime di ricovero e lo stato di difficoltà nel quale è stato colpevolmente lasciato l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Manduria che ha operato in grave carenza d’organico.
E’ indubitabile che se tale FABBISOGNO viene soddisfatto in tutto o in parte da o        presso Ospedali lontani dal territorio di Manduria (cosiddetta mobilità passiva), ciò è dovuto al fatto che l’Ospedale di Manduria è stato SCOPERTO DEI MEZZI NECESSARI, IDONEI ed ADEGUATI per fornire l’assistenza sanitaria, mettendo anche in pericolo, se non negando, la garanzia del diritto alla salute cui è tenuta al rispetto dei livelli minimi di assistenza sanitaria.
L’Asl, nel caso di specie, non ha RIMOSSO LE CAUSE NEGATIVE e non ha trasferito i medici all’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Manduria.
Se, poi, la situazione logistica non fosse stata delle migliori per evidenti responsabilità imputabili agli Operatori sanitari, l’Azienda, in base al principio della responsabilità per “Colpa Organizzativa”, ha trascurato colpevolmente di compiere un atto dovuto per ovviare alla colpa del proprio dipendente; in definitiva, ha creato quella situazione negativa senza far nulla per rimediare a quella consapevole conoscenza di eventuale “non efficienza e/o di “non adeguatezza” e/o “grave carenza” di organico e di mezzi dell’Unità Operativa che, poi, ha portato al dato STATISTICO finale con riferimento al numero annuale di parti che oggi ha penalizzato l’Ospedale di Manduria, mentre ha invece premiato altre Unità Operative che sul territorio hanno operato, con il sostegno dell’Asl, a pieno regime organico e tecnico.
Non è superflua la considerazione che se l’Autista di un autobus di una Linea di trasporto extraurbano non funziona l’Azienda punisce l’autista, non elimina la linea, penalizzando così una intera popolazione incolpevole.
Se il management Asl ha inteso adottare una decisione di questo genere, sposando l’idea di spostare addirittura una popolazione e il suo territorio, è evidente che sbaglia due volte, non solo nella risposta della propria offerta sanitaria al territorio ma anche nelle scelte infelici, manifestamente ingiuste ed illogiche, come imprenditore d’Azienda.
A questo, non possono non aggiungersi gli ulteriori elementi di critica relativi alla scelta irrazionale ed illogica di chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Manduria:
-        la prevista presenza presso l’Ospedale di Manduria di Unità di Terapia Intensiva, assente in quello di Grottaglie, è un dato da non sottovalutare in quanto determina la possibilità di parti “NON IN SICUREZZA”, un pericolo concreto e grave per le partorienti ed i nascituri conseguente alla mancanza presso lo stabilimento di Grottaglie dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva;
-        la notevole distanza dell’utenza da servire dall’Ospedale di Grottaglie rispetto all’area territorialmente servita dall’Ospedale di Manduria, geograficamente posizionato al diretto servizio del Suo vasto territorio e della sua utenza e da questa facilmente raggiungibile, rispetto a quello di Grottaglie;
-        il Nuovo Piano di rientro e di riequilibrio della rete ospedaliera sguarnisce illogicamente un’intera area con una densità abitativa di circa 100.000 abitanti residenti, 300.000 durante l’estate per i flussi turistici che si riversano sulla costa di questo versante Orientale Jonico, che convive con una contestuale carenza di infrastrutture e di reti viarie;
-        rete viaria disagevole, soprattutto d’estate, per raggiungere l’Ospedale di Grottaglie con conseguente pericolo per la difficoltà di raggiungere uno stabilimento così distante dalle reali necessità di dare una risposta immediata da parte dell’Asl alla richiesta di sanità del territorio;
-        si teme, quindi, il rischio di una possibile perdita di vite umane, anche sulla base del troppo lungo periodo di arrivo al nosocomio individuato (Ospedale di Grottaglie); basti considerare che il punto estremo della provincia di Taranto (Torre Columena) si trova ad una distanza di oltre 50 km. con un tempo di percorrenza che supera i 70 minuti (senza traffico) per raggiungere i reparti di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Grottaglie che dovrebbero in situazioni estreme intervenire d’Urgenza per la salvaguardia della vita, dilatando così i tempi di intervento in maniera esponenziale;
-        Irrazionale la scelta, se si considera che il bacino di Grottaglie può facilmente raggiungere in pochi minuti, grazie ad una rete viaria di alta velocità, l’Ospedale Nord e quello di Francavilla Fontana, vicinissimi in termini di distanze e di accessibilità; mentre, la domanda sanitaria di Manduria rimarrebbe pericolosamente isolata, servendo un vastissimo territorio il cui bacino d’utenza non è limitato solo alla Provincia di Taranto, ma anche ad alcuni paesi limitrofi della Provincia di Brindisi (Erchie/Torre S. Susanna e adesso comprende con il nuovo piano di rientro anche alcuni territori della provincia di Lecce)
Non ultimo per importanza, si fa presente la violazione grave del principio di territorialità, della continuità assistenziale e dell’adeguatezza ai bisogni e alle esigenze del territorio che la legge regionale 19 Settembre 2008 n. 23 individua come elementi fondamentali del Piano di Riordino Ospedaliero:
principi violati e disattesi per la provincia di Taranto :
- il Piano di Rientro e di riqualificazione del Sistema Sanitario regionale, che ha già penalizzato nel primo piano del 2010 la Provincia di Taranto, doveva distribuire territorialmente l’offerta sanitaria sulla base di un’equa ripartizione in ragione della popolazione residente, così come si evince dall’art. 4. 1 del Testo coordinato del regolamento regionale emanato il 7.6.2012 n. 11 di riordino della rete ospedaliera della regione Puglia, dove al capoverso ”A” quantifica l’esigenza sanitaria sulla base di 3,53 posti letto ogni mille abitanti;
 
- alla Provincia di Taranto, che ha una popolazione residente di circa 580.000 abitanti, dovevano spettare circa 2.050 posti letto: invece, il Piano di rientro ospedaliero, determinato con delibera n. 1110 del 5.6.2012, assegna alla Provincia di Taranto 1.046 posti letto, con una decurtazione di quasi il 50% dei posti letto.
 
in aperto contrasto con la ratio della Legge Regionale n. 23 del 19 settembre 2008, recepito dal PAL (Piano Attuativo Locale) dell’Asl della Provincia di Taranto che ha basato il diritto alla salute sull’indicato principio della territorialità e sull’etica di una equa e corretta distribuzione dell’Offerta sanitaria ospedaliera;
 
- la Provincia di Taranto è stata ingiustamente penalizzata sia dal primo che dal secondo Piano di rientro ospedaliero per la “non equa” ripartizione delle risorse e dell’offerta sanitaria, per cui, non si comprende la palese “ingiustizia” di una scelta da parte della Giunta Regionale di penalizzare in maniera visibile il territorio della Provincia di Taranto, in particolare quello della Provincia orientale Jonica, con una evidente violazione del diritto alla salute, tutelato dall’art. 32 della Costituzione Italiana;
 
- il nuovo Piano di rientro Ospedaliero ha previsto con la delibera di G.R. 1388 del 21.6.2011 l’individuazione e la realizzazione a livello regionale di complessive n. 507 Strutture Complesse Ospedaliere che, secondo i parametri standard regionali adottati in base alla ripartizione della popolazione residente, avrebbero dovuto determinare per la Provincia di Taranto la realizzazione di circa 70 Strutture complesse ospedaliere, mentre ne sono state assegnate solo 55;
la detta delibera non rispetta e viola i parametri regionali, che pure adotta invece per altre province, quando alloca le 15 strutture complesse ospedaliere presso altri territori Asl, che vengono avvantaggiati nell’offerta sanitaria ospedaliera, con un aggravamento della discriminazione dell’area territoriale di Taranto a favore di altre aree della regione: Ingiustizia” e “non Equa” ripartizione che penalizza l’offerta sanitaria del nostro territorio con ben 300 posti letto in meno. [(70 – 55 = 15), (15 x 20p.l. = 300 p.l. in meno]
 
- la successiva delibera di G. R. 05/06/2012 n. 1110 non applica tali principi quando decide di chiudere il punto nascita di Manduria, che dimentica di valorizzare e potenziare; né, considera il PAL (Piano Attuativo Locale) dell’Asl di Taranto, adottato in base alle indicazioni della Legge Regionale 19.9.2008 n. 23, che individuava con saggezza la rete di servizi per l’emergenza con la precisa indicazione di valorizzare e potenziare gli Ospedali di quelle particolari aree disagiate che chiamava - non a caso - “Ospedali di Confine”, di cui faceva parte il “Marianna Giannuzzi” di Manduria (pag. 8 del PAL), nel cui Presidio Ospedaliero proponeva di localizzare il Comune di Grottaglie aggregandone lo stabilimento che, per la vicinanza, la facile viabilità e distanza da e verso altre Strutture Ospedaliere (Ospedale Nord, Francavilla Fontana, SS. Annunziata), non era considerato Presidio Ospedaliero, diversamente dall’Ospedale di Manduria.
 
- Tanto è vero che l’Asl investiva cospicue risorse pubbliche, attraverso anche il rifacimento e la realizzazione di nuovi reparti:
-        del Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria, su cui pare sia stata investita la somma di €. 3.500.000,00 (eurotremilioniecinquecentomila);
-        dell’Unità Operativa dell’Utic dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria, reparto d’eccellenza presente da molti anni e che, pur avendo i requisiti ed i numeri necessari per sopravvivere alla riforma, né è prevista la chiusura, con una evidente contraddizione logica laddove gli stessi numeri in termini quali-quantitativi sono stati “motivo utile” in altre ipotesi per decidere di non chiudere un reparto.
-        del U.O. di Terapia Intensiva dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria, su cui pare sia stata investita la somma di €. 800.000,00 (euroottocentomila);
 
- mentre, il reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Manduria è quasi pronto e quello dell’Utic è perfettamente funzionante e le risorse sono state spese, la G.R. decide immotivatamente con il nuovo piano di rientro sanitario che i Reparti, ormai ammodernati e funzionanti, debbano essere chiusi, con sperpero di risorse pubbliche, che aggrava la situazione di indebitamento della sanità regionale pugliese, in particolare di quella sanitaria Tarantina che ricade sul diritto alla salute dei cittadini;
 
Per di più, la delibera di G. R. 05/06/2012 n. 1110, viola uno degli obiettivi che pure considera primario, quello che definisce testualmente: “ l’obiettivo primario dell’incremento della sicurezza delle partorienti e dei nascituri ” (pag. 2, ult. Cpv e ss.):
 
Or bene, la disattivazione del Punto nascita all’Ospedale di Manduria e la scelta della sua allocazione presso il diverso Ospedale di Grottaglie, viola l’obiettivo primario della sicurezza delle partorienti e dei nascituri perché, non prevedendo presso l’Ospedale di Grottaglie l’Unità Operativa di Terapia Intensiva, al contrario prevista per l’Ospedale di Manduria, determina la potenziale possibilità di eseguire parti “NON IN SICUREZZA”
 
Davvero, non è dato comprendere, secondo gli standard di sicurezza e dei requisiti minimi assistenziali richiesti dalla Legge nazionale, come possa essere garantita la sicurezza e la copertura territoriale dell’attività assistenziale se viene determinato già - ab origine - il pericolo di una “omessa” assistenza nell’ipotesi di criticità dell’intervento verso la partoriente o il nascituro che, in mancanza dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva, sarebbe in concreto pericolo di vita.
-        Sotto altro aspetto, non secondario, la delibera di Giunta Regionale n. 1110 è manifestamente illegittima ed illogica perché travalica il compito assegnatoLe dal Legislatore di riqualificare e razionalizzare il Sistema della rete ospedaliera, in ragione degli obiettivi di programma fissati in materia di riqualificazione del territorio e sulla base dei principi espressi e delle indicazioni e dei parametri adottati:
nel caso di specie: è avvenuto che la Giunta Regionale ha disattivato l’Unità Operativa di un Ospedale facente parte di un ambito territoriale di un Presidio Ospedaliero socio-sanitario.
La Giunta Regionale è così intervenuta, con una decisione politica invece che di programmazione, su decisioni e scelte che si ritiene siano di stretto profilo gestionale e di ordine tecnico e, quindi, spettanti di per sé alle Aziende Sanitarie Locali.
Per le cui valutazioni e decisioni già paga i suoi tecnici più qualificati, quali i direttori sanitari.
 
In particolare, la decisione ha esautorato il ruolo e il compito che spetta agli Organi Asl, precisamente al Direttore Sanitario e al Direttore Generale di quell’Azienda, privando di fatto l’Asl delle competenze e delle funzioni, del ruolo che spetta a tali figure.
Più di tutto, la delibera incanala d’autorità scelte di gestione che, invece, dovrebbero spettare alle Aziende Sanitarie Locali che, per Statuto e ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, comma 1-bis D. Lgs n. 502/92 e ss, sono Aziende con personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale.
 
Nel caso che ci occupa, la Giunta Regionale ha disattivato (v. pag. 2, 3 cpv) il punto nascita dell’Ospedale di Manduria, che fa parte del Presidio ospedaliero che comprende gli stabilimenti ospedalieri Grottaglie-Manduria.
 
La Giunta Regionale doveva prevedere, e questo rientrava nei suoi compiti di programmazione, la disattivazione per il comprensorio Orientale Jonico di un punto nascita, ma non doveva indicare l’Ospedale.
Spettava all’Asl di Taranto il compito di individuare tra i due stabilimenti ospedalieri del Presidio ospedaliero quello più idoneo da disattivare dal punto di vista socio-sanitario-tecnico, sia in ragione dei livelli minimi di assistenza e della sicurezza, sia sulla base del fabbisogno sanitario di quel Presidio ospedaliero e della risposta sanitaria alla domanda;
al contrario, con una decisione d’autorità che addirittura è stata presa “nottetempo” (secondo la contestazione fatta pervenire dai Comuni dell’area orientale al Presidente della Regione Puglia) ha disattivato l’Unità Operativa di Manduria, collocandola presso lo stabilimento Ospedaliero di Grottaglie, che è parte di quel Presidio ospedaliero unitario Grottaglie-Manduria.
 
Di fatto, la Giunta Regionale ha privato l’Asl di Taranto, come anche le altre Aziende, del potere di autonomia tecnico gestionale per lo svolgimento delle funzioni assegnate, del potere di decisione imprenditoriale e di quell’autonomia di scelta, razionale e logica che, per la assunzione consapevole di scelte amministrative e di ordine gestionale che assume sul territorio, è direttamente responsabile.
E’ come se la Giunta Regionale avesse deciso con delibera di collocare il punto nascita scegliendo per questa anche il piano o la stanza della struttura dove collocarlo: è evidente, e non può essere diversamente, che questo compito di scelta gestionale tra i due Ospedali spetta all’Asl di Taranto e non alla Giunta Regionale.
Su tutto questo,
la Conferenza dei Sindaci,
può e deve
esercitare la funzione e il ruolo di indirizzo e valutazione e verifica sulla gestione e sui risultati dei dati contabili trasmessi dall’Asl di Taranto alla Giunta Regionale e alla Commissione Regionale della Sanità, che ha così penalizzato pesantemente ed immotivatamente il nostro territorio:
-        deve essere in grado di poter Valutare i dati trasmessi dall’Asl di Taranto, unitamente al percorso decisionale e alle modalità che hanno determinato l’esito del flusso informativo, nonché l’Atto aziendale Asl;
-        non concedere all’Asl il proprio parere ove il percorso sia immotivato e quindi non corretto;
-        sollecitare l’Asl a fornire chiarimenti sull’attività dell’amministrazione su tali evidenziati aspetti avendo, la stessa Asl, il dovere non solo di rispondere alle note critiche della Conferenza dei Sindaci ma anche di apportare modifiche a eventuali conclusioni erronee, che devono essere messe a conoscenza con urgenza degli Organi della Regione Puglia, deputati a conoscere il Piano di riordino ospedaliero;
-        prendere posizione, in ragione delle valutazione di cui sopra e nell’ambito del processo di partecipazione alla costruzione del Piano Sanitario, formulando idonee proposte di miglioramento dell’Offerta sanitaria all’Asl, alla Giunta Regionale e alla III^ Commissione Regionale della Sanità, che derivano dalle istanze legittime del proprio territorio;
anche attraverso lo strumento di partecipazione Istituzionale con l’“audizione” presso la Commissione – Assistenza Sanitaria della Regione Puglia,
con formale ed espressa
ISTANZA
- di “NON DISATTIVARE” l’Unità Operativa di Ostetricia e di Ginecologia dell’Ospedale di Manduria e di vederla potenziata nell’Organico e nei mezzi;
- di rispettare i parametri regionali territorio/popolazione residente, sì da impedire la eliminazione dal territorio della Provincia di Taranto di 15 Strutture Complesse Ospedaliere, ad oggi negate, sospendendo, nelle more, l’efficacia della delibera n. 1388 del 21.6.2011.
Inoltre
 
Poiché si ipotizza il pericolo, concreto, grave ed irreparabile, che la eventuale attivazione del Punto nascita presso l’Ospedale di Grottaglie possa dar luogo a “parti non in sicurezza” e/o ad una “omessa” assistenza nell’ipotesi di criticità dell’intervento verso la partoriente o il nascituro che, in mancanza della prevista Unità Operativa di Terapia Intensiva, sarebbe in concreto pericolo di vita non potendo lo stabilimento Ospedaliero di Grottaglie garantire, rispetto al Presidio ospedaliero di Manduria, la sicurezza, violando, di fatto, l’obiettivo primario della sicurezza delle partorienti e dei nascituri
 
Tanto premesso, quale Associazione portatore di “Azioni di Pubblico Interesse” e di interessi diffusi sul territorio, dei propri associati e della collettività che intende tutelare
 
 
INVITA e DIFFIDA
 
- l’Ill.mo sig. Presidente della Regione Puglia, sig. Nichi Vendola, domiciliato in Bari, Lungomare Nazario Sauro, 33 - 70121 Bari; (Fax: 080 540.62.60);
nonché: l’Ill.mo sig. Assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, sig. Ettore Attolini, domiciliato in Bari, presso l’Assessorato alle Politiche della salute, Viale Caduti di tutte le Guerre, 15 - 70126 Bari; Fax: 080 540.32.37)
 
per le ragioni e le causali di cui sopra in narrativa, che quivi si abbiano per integralmente riportate e trascritte, ognuno per quanto di diritto e competenza, a non disattivare il punto nascita esistente presso l’Ospedale di Manduria e a non spostarlo, per le ragioni spiegate, in quello di Grottaglie;
 
 
Inoltre,
 
in ragione della consapevole presa conoscenza di cui sopra in ordine all’ipotetico pericolo
 
 
INVITA
 
- l’Ill.mo sig. Direttore Generale dell’Asl di Taranto, in persona del Legale Rappresentante p.t., dott. Vito Fabrizio Scattaglia; con sede legale in Taranto – 74024 - Viale Virgilio n. 3; (fax: 099.730.55.58 )
 
nonché:
l’Ill.mo sig. Direttore Sanitario dell’Asl di Taranto, in persona del funzionario responsabile, dott.ssa Maria Leone, con sede legale in Taranto - 74024 - Viale Virgilio n. 31; (Fax 099.778.67.71)
 
con ogni figura responsabile p.t., anche del Presidio ospedaliero Orientale considerato; (Fax: 099.971.14.94)
 
per le ragioni e le causali di cui sopra in narrativa, che quivi si abbiano per integralmente riportate e trascritte, ognuno per quanto di diritto e competenza, a non applicare la delibera di G.R. n. 1110 del 5.6.2012 che disattiva il punto nascita dell’Ospedale di Manduria per attivarlo, per le ragioni spiegate, in quello di Grottaglie;
 
Con l’auspicio di veder realizzato, anche attraverso l’“ascolto” e l’“audizione” dinanzi alla Commissione Regionale della Sanità della Regione Puglia, le istanze legittime di questo territorio, disattese, soprattuto da coloro che dovrebbe essere portatori e rappresentanti di tali interessi fondamentali ed irrinunciabili di tutela costituzionale, quale è il diritto alla salute, che risponde
 “… al bisogno di presa in carico del cittadino-persona, al quale si deve garantire il diritto a vivere secondo parametri di dignità e di qualità… ”  
principio enunciato dall’Asl di Taranto, che non vorremmo solo sulla carta ma applicato concretamente nella Provincia di Taranto, per evitare che l’intero territorio provinciale abbia una risposta sanitaria, rispetto alle altre province, caratterizzata dalla “Non Equità”, dalla “Non Efficienza” e dalla “Non Efficacia” ma, soprattutto, contraddistinta dall’ “Egoismo” che questa Giunta Regionale dimostra verso i territori più deboli ed indifesi, quale è quello della provincia di Taranto.
 
Il Presidente
D.A.I. - Dare Aiuto Agli Indifesi
M. Nazario Nardella










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