domenica 29 settembre 2024


24/07/2012 11:31:32 - Manduria - Attualitą

Sono stati finanziati dal Ministero per i Beni Culturali

 
Sono ripresi da qualche giorno gli scavi nell’interessante sito archeologico di via Chioccia d’Oro a Manduria. Finanziati dal Ministero dei Beni Culturali, diretti scientificamente dalla Soprintendenza Archeologica (direzione affidata al dott. Arcangelo Alessio) ed eseguiti materialmente dall’impresa manduriana di Gregorio Tarentini, gli scavi dovranno fornire una interpretazione attendibile ad una struttura ipogea che venne già alla luce alcuni mesi fa, in seguito ai saggi preventivi eseguiti in funzione della posa in opera della rete di metanizzazione.
Le ipotesi al vaglio degli addetti ai lavori sono tre. La più suggestiva è quella che identifica l’ambiente venuto alla luce al termine di via Chioccia d’Oro come una struttura funeraria ipogea di età ellenistica. Ma questa struttura, alla quale si accede attraverso dei gradini scavati nella roccia, potrebbe anche essere stata utilizzata, successivamente, come luogo di culto. Vi è una terza ipotesi: potrebbe essere venuta alla luce una cisterna di epoca romana (considerata anche la pendenza esistente, sarebbe servita per raccogliere l’acqua piovana). Ma in questo caso non si spiegherebbe la presenza di alcune nicchie lavorate che si intravedono nella parte superiore di quest’ambiente e che potrebbero far propendere ad un luogo di culto.
Dall’area attigua a questo ambiente ipogeo è invece emerso un comprensorio lavorativo e abitativo del IV secolo avanti Cristo. Numerose le cisterne venute alla luce in questa zona. E’ presente anche una tomba, scavata nella roccia.
Purtroppo da tutti questi scavi non sono venuti alla luce reperti o testimonianze dirette della presenza dei Messapi. E’ probabile, quindi, che la zona sia stata scavata in un passato relativamente recente (non per forza da tombaroli professionisti), e che gli autori di tali scavi possano aver sottratto quanto di prezioso l’area avesse conservato nei secoli.
Gli scavi proseguiranno nei prossimi giorni con l’obiettivo di chiarire la natura e l’uso dell’ambiente ipogeo.
Resta, come per ogni scavo, l’incognita sul futuro di queste testimonianze archeologiche. Sinora sono state tutte, puntualmente, ricoperte, dopo, naturalmente, i saggi e i rilievi scientifici. Nessuna delle tombe venute alla luce negli ultimi anni, a seguito degli scavi effettuati per consentire poi il passaggio delle condutture del gas, è rimasta a vista. Non si riesce a capire perché si continua ad ignorare questo enorme patrimonio, il cui grado di attrazione turistica sarebbe altissimo.










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