mercoledì 25 settembre 2024


29/07/2012 07:38:25 - Salento - Attualità

Intentata la causa al Ministero di Grazia e Giustizia

 
Chiede la condanna del Ministero di Grazia e Giustizia al risarcimento di danni pari a 500mila euro, l’elettrotecnico brindisino di 49 anni che, due giorni dopo la strage di Brindisi si trovò improvvisamente a vestire i panni dello stragista, il "mostro da sbattere in prima pagina", come si legge nell’atto di citazione depositato questa mattina a Roma dall’avvocato Francesco De Jaco.
 
L'uomo non è mai stato indagato ma solo sospettato:all’epoca dei fatti fu interrogato dalla polizia e poi rilasciato. Era il 21 maggio scorso, due giorni dopo l’esplosione davanti ai cancelli della Morvillo Falcone in cui perse la vita Melissa Bassi e rimasero ferite altre 5 ragazze, quando il 49enne fu prelevato dalla propria abitazione e condotto in questura, insieme alla figlioletta di tre anni. L’uomo tornò a casa nel tardo pomeriggio.
 
Nel frattempo le sue generalità si erano già diffuse, tanto da fargli rischiare il linciaggio. Ora, l’uomo punta il dito contro il ministero di Grazia e Giustizia, responsabile, a suo dire, delle fughe di notizie che poi generarono la curiosità dei media e la diffusione di dati sulle “caratteristiche della sua famiglia e della sua attività”, elementi che servirono ad “alimentare contro di lui odio, rancore e sentimenti di vendetta” che misero a repentaglio “la sua incolumità e quella della famiglia”. Non solo: l’uomo avrebbe riavuto indietro il materiale che fu sequestrato nella sua abitazione solo nei primi giorni di luglio e fino ad allora non gli sarebbe stato possibile riprendere normalmente a lavorare.
L'accaduto avrebbe “inciso sullo stato di salute psico - fisica” dell’uomo che tuttora “è costretto a ricorrere a cure mediche specialistiche e al sostegno di uno psicologo”, si legge nell’atto. Come se non bastasse “la convivente, madre della sua piccola figliola – la bimba che fu costretta a seguirlo in questura, perchè non c'era nessuno che potesse prendersene cura in quei momenti – per timore di azioni impreviste e imprevedibili ha chiesto e ottenuto dal Tribunale dei minori di Lecce di potersi trasferire in altra città portando con sè la bambina”.










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