domenica 29 settembre 2024


22/08/2012 08:28:05 - Manduria - Attualità

«Purtroppo la storia della depurazione non è assimilabile al “Ballo del Qua Qua”: è un pò più complicata…»

 
E’ la battuta, che rasenta molto il cattivo gusto, che usa l’assessore regionale Amati per replicare alla lettera aperta inviata da Romina Power al governatore Vendola sullo scarico a mare del depuratore consortile di Manduria e Sava. Lettera scritta col cuore da chi frequenta da lustri quel tratto di litorale e ora è consapevole del rischio di inquinamento che le acque corrono. Anche alla luce dei dati diffusi da Goletta Verde nei giorni scorsi: i risultati delle analisi dei campioni di acqua prelevati da quasi tutte le zone di mare in cui confluiscono i reflui “depurati” testimoniano la presenza di inquinamento.
«Se ci fosse un’alternativa vera allo scarico in mare delle acque nere, la perseguiremmo» sostiene Amati. «Ma noi abbiamo previsto un impianto di depurazione terziario, il migliore in circolazione, con condotta   sottomarina e predisposto per l’impianto di affinamento che rende la risorsa riutilizzabile in agricoltura. Le opere sono in fase di appalto e tra un pò verranno aggiudicate».
Amati si contraddice rispetto a quanto affermò, nel settembre scorso, nel Consiglio intercomunale di Manduria. In quella circostanza chiese soluzioni alternative, che poi sono state regolarmente presentate. Se, pertanto, è convinto dell’assenza di soluzioni alternative, quale significato aveva quell’invito rivolto a diversi sindaci del versante orientale della provincia di Taranto?
«Attualmente nel comprensorio di Sava e Manduria si scaricano quelle acque in modo illegale sul suolo, dove si coltiva, nel sottosuolo, e anche in mare, contaminando la zona», aggiunge. «Spesso accade che i cittadini gettino le acque nere in fosse Imof che presentano delle falle».
Anche in questo caso non si dice tutta la verità. Tutta la fascia costiera di Manduria (circa 18 km) resterà comunque priva di rete fognaria. Non è con il depuratore che gli scarichi delle abitazioni prive di fosse asettiche non arriveranno nel sottosuolo. Anzi, mentre ora il fenomeno è circoscritto per 45 giorni all’anno, quando il depuratore entrerà in funzione in mare arriveranno, per 365 giorni all’anno, gli scarichi di quasi 50.000 abitanti.
«Il Comune di Manduria ha chiesto la costruzione di vasche di contenimento dove convogliare le acque ma è un’idea difficilmente praticabile. Quanto devono essere grandi queste vasche? Prima o poi andranno scaricate. E poi la legge è inderogabile: le acque vanno convogliate in corpi idrici. La Puglia ha una geomorfologia sfortunata, non avendo corsi d’acqua, come il Lambro, dove scaricarle. Deve farlo per forza nel mare. La legge vieta che lo si faccia nel sottosuolo, ci deve per forza essere un recapito finale.
Noi - spiega l’assessore - stiamo costruendo quindi un depuratore affinchè le acque e i liquami possano essere   trattati e sanificati prima di arrivare al mare. Inoltre con l’impianto di affinamento, se tutti gli agricoltori della zona lo utilizzeranno al massimo, senza creare esuberi, avremo un reparto specialistico, in grado cioè di trattenere tutta l’acqua affinata in superficie. E’ vero, l’Europa vieta lo scarico in mare di liquami, ma noi stiamo realizzando un depuratore che scongiuri questo rischio».










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