domenica 29 settembre 2024


31/08/2012 09:19:04 - Manduria - Attualità

Presto il comitato convocherà una conferenza stampa per illustrarne i contenuti

 
La Regione Puglia ha inviato “un’ampia e articolata relazione tecnica di riscontro alla relazione geologica, idrologica ed agronomica ai fini del riutilizzo e del recapito finale delle acque reflue affinate provenienti dal costruendo depuratore consortile di Sava, Manduria e delle marine di Manduria”.
Ad annunciarlo è la coordinatrice del comitato cittadino “No scarico a mare”, Liliana Digiacomo.
“La proposta del comitato “No scarico a mare”, formulata dai docenti universitari Mario Del Prete e Angelo Caliandro, era stata presentata tempo addietro agli organi decisori della Regione Puglia, e di ciò si era data ampia informazione alla stampa e alla comunità manduriana” si legge in una breve nota della coordinatrice Digiaocomo. “A breve, il comitato convocherà una conferenza stampa per presentare i particolari del documento ufficiale ricevuto”.
Non si conoscono, quindi, i particolari della relazione di riscontro della Regione Puglia, ma, anche alla luce delle dichiarazioni dell’assessore regionale Fabiano Amati raccolte proprio ieri dal nostro giornale, sembra difficile che le proposte dei docenti universitari Del Prete e Caliandro possano essere state accolte. Amati ha apprezzato il loro lavoro, dichiarandosi finanche favorevole allo scarico in falda delle acque sanificate dal depuratore. Ma resta il nodo della deroga alla legge vigente, sinora mai concessa dal Ministero dell’Ambiente.
Il controsenso è proprio questo. Se le acque sono sanificate dal depuratore (anche se, è bene precisarlo, la gara d’appalto della Regione prevede, per il momento, sono un impianto con criteri di depurazione arcaici: quelli che rientrano nella Tabella 1-2), perché non possono essere scaricate in falda? E perché, se il legislatore teme un possibile inquinamento della falda, queste acque possono invece essere scaricate in mare?
Amati ha invocato (come lo aveva fatto anche Fitto) la deroga, ma nessun deputato pugliese (o, nello specifico, jonico) ha ritenuto di attivarsi in tal senso.










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