mercoledì 25 settembre 2024


19/09/2012 19:04:09 - Salento - Attualità

Mancano 2.500 unità

 
«Saremo costretti tra poco a chiudere i pronto soccorso se non si sblocca la situazione di grave carenza del personale sanitario in Puglia».
Lo ha detto l’assessore regionale alle Politiche della salute, Ettore Attolini, tenendo oggi a Bari nel Consiglio regionale la relazione sullo stato dei livelli essenziali di assistenza e sull'organizzazione funzionale del sistema sanitario pugliese.
«Nel garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) partiamo da una carenza minima di 2500 persone. Sia chiaro a tutti: rispetto a questo dato – ha detto ancora l’assessore - che mette a rischio erogazione Lea e sopravvivenza del nostro sistema sanitario, chiedo ufficialmente una levata di scudi, una razione bipartisan di tutti per tutelare la salute dei cittadini».
 
Per Attolini, «esiste un problema di egemonia delle ragioni economico finanziarie rispetto alle esigenze e valori (universalismo ed equità di cure): non è più possibile accettare questo tipo di approccio ai piani di rientro. In Puglia questa situazione si evidenzia sulla questione del personale. E’ - secondo Attolini – la vera questione strategica da cui dipende l’esito positivo del piano di rientro. Ed anche la buona parte dei casi di malasanità sono riconducibili alla cronica e gravissima carenza di personale».
 
«In Puglia stiamo compiendo sforzo, con il piano di rientro e non solo, in una situazione di carenza e crisi. Il piano, in vigore da un anno e mezzo, ha accelerato processi che erano già previsti in tempi molto contenuti. Ha prodotto – secondo Attolini – effetti positivi e lo dice anche il tavolo di verifica ministeriale. Certo è evidente che la sua accelerazione ha rischiato e forse rischia di non rispondere efficientemente al criterio della contestualità e contemporaneità. I tempi dei processi – ha aggiunto – sono differenti: rispetto alla chiusura di 21 strutture (le ultime due entro la fine del 2012) non è stato altrettanto celere il processo di riconversione. Lo è a macchia di leopardo e questa è una critica che faccio a me stesso».
 
Quanto alla medicina territoriale l’assessore ha spiegato che si intende «colmare il ritardo sulla riorganizzazione della rete» e che «si agirà in maniera concertata coinvolgendo gli attori del territorio».
Quanto alle prospettive Attolini ha spiegato in aula che «la sfida del sistema sanitario pugliese non è solo uscire dal piano di rientro ma attrezzarsi per affrontare i fenomeni di allontanamento dalle cure legati alla povertà. Dobbiamo dar vita ad un modello, in grado di reggere a medio termine, basato sulla tutela e la promozione attiva della salute (screening, vaccinazioni, ecc). Creare queste condizioni richiede tempo».










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