lunedì 23 settembre 2024


02/12/2012 11:24:24 - Manduria - Politica

Dal 1° gennaio 2021 (2018 per gli edifici pubblici) sarà possibile costruire solo edifici “neutrali” dal punto di vista energetico, ossia dotati di un involucro le cui prestazioni siano tali da poter fare a meno di apporti esterni per il riscaldamento e per il raffrescamento, a meno che non siano derivanti da fonti rinnovabili

 
«I Comuni sono posti nella condizione di dover governare questa fase di transizione verso un’edilizia sostenibile, e possono farlo non solo rispettando gli obiettivi fissati dalle norme oggi in vigore, ma andando oltre».
I Verdi di Manduria inviano osservazioni e suggerimenti in merito alla nuova bozza del Regolamento Edilizio, in via di approvazione.
«Il parere dei Verdi è che i Regolamenti Edilizi siano, in questa fase storica, uno strumento formidabile per il conseguimento di quegli obbiettivi fissati dall’U.E. per il 2020 in termini di risparmio energetico, emissioni di CO2, utilizzo di fonti rinnovabili, che tutti conosciamo. La Direttiva 31/2010 (non sappiamo se sia nota all’estensore del regolamento che abbiamo in lettura) fissa per il 1° gennaio 2021 (2018 per gli edifici pubblici) una scadenza epocale per l’edilizia, poiché da quella data sarà possibile costruire solo edifici “neutrali” dal punto di vista energetico, ossia dotati di un involucro le cui prestazioni siano tali da poter fare a meno di apporti esterni per il riscaldamento e per il raffrescamento, a meno che non siano derivanti da fonti rinnovabili. I Comuni sono dunque posti nella condizione di dover governare questa fase di transizione verso un’edilizia sostenibile, e possono farlo non solo rispettando gli obiettivi fissati dalle norme oggi in vigore, ma andando oltre.
Infatti, sono 855, per un totale di 20 milioni di abitanti, distribuiti in tutte le aree geografiche del Paese, i Comuni che si sono posti all’avanguardia dell’innovazione energetica e ambientale, ponendo criteri più severi di quelli indicati dalla normativa nazionale e regionale.
Tra le altre cose, si suggerisce di aderire al Protocollo di Itaca, che contiene i criteri e le metodologie per valutare complessivamente, e conseguentemente certificare, le prestazioni energetico-ambientali dei nuovi edifici. Di questo Protocollo non vi è traccia nella bozza di Regolamento. Lo scopo ultimo della certificazione non è punitivo-ostativo, come forse qualcuno può essere indotto a credere, ma viceversa premiale nei confronti di quei progetti che presentino prestazioni pari o addirittura superiori a quelle previste per legge, attraverso una serie di bonus ed incentivi di vario genere.
Inoltre non si comprende perché tra i fondamenti normativi del presente Regolamento non venga citata la legge regionale n°13 del 2008. Da questa legge, ad esempio, si sarebbe potuta trarre la motivazione per l’introduzione di prescrizioni relative alla costruzione di cisterne per l’utilizzo delle acque meteoriche (per innaffiare giardini, lavare auto ecc.) e il riutilizzo di quelle grigie, con creazione di circuiti idraulici alternativi.
L’impressione complessiva che si ricava, dunque, è che il regolamento si preoccupi piuttosto di aggirare o mitigare la normativa, piuttosto che interpretarla nel suo spirito e trarne ispirazione per una seria politica ambientale».










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