lunedì 23 settembre 2024


04/12/2012 07:38:03 - Maruggio - Attualità

L’intervento del Comitato promotore per il Diritto allo Studio

 
«L’Amministrazione Comunale di Maruggio ci ha impedito di intervenire nella seduta del Consiglio in cui era stato posto in discussione il Piano comunale per il diritto allo studio per l’anno 2013».
Il Comitato promotore per il Diritto allo Studio accusa l’Amministrazione di “censura”.
«Presidente del Consiglio, sindaco ed intera Amministrazione si sono rifiutati di dare questa possibilità al Comitato» si legge in una nota. «La giustificazione rimane quella di sempre: il regolamento comunale. Ma questo fantomatico Regolamento, insieme allo Statuto comunale, non solo non vieta gli interventi di esterni, come il presidente del consiglio Marseglia sostiene, ma addirittura li contempla.  
Morale della favola rimane tutto a discrezione dell’Amministrazione. In verità, trattandosi di un argomento così importante, la stessa legge regionale riguardante il diritto all’istruzione prevede invece che “gli enti locali approvano il programma degli interventi, elaborato con il concorso delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, degli enti formativi e delle istituzioni culturali esistenti nel territorio”. Per questo, il Comitato Promotore per il diritto allo studio, costituito da ben tre associazioni e gruppi organizzati si è sentito in dovere di dare il suo contributo a questa tematica così importante con un proprio intervento all’interno del Consiglio Comunale, non avendo avuto la possibilità da parte dell’assessore all’istruzione di farlo prima e in altra sede».
La seconda parte della nota altre accuse indirizzate all’Amministrazione.
«Il Comitato Promotore è impegnato sul territorio da circa un anno, avanzando richieste specifiche all’Amministrazione Comunale inerenti le borse di studio, le facilitazioni di viaggio per gli studenti pendolari, l’esenzione-riduzione del buono mensa alle famiglie a basso reddito, l’integrazione dei contributi dei libri di testo, sussidi didattici speciali per gli alunni diversamente abili. Il rifiuto del presidente, del sindaco e dell’Amministrazione intera svela un preciso intento di costoro a non fare intervenire il Comitato intorno ad un tema sociale così rilevante, quale l’istruzione. Tutto questo non si chiama “regolamento sì, regolamento no”, si chiama censura. Il Comitato rivendica semplicemente degli spazi (puntualmente negati) entro cui la partecipazione attiva e diretta dei cittadini possa esprimersi sulle problematiche della cosa pubblica. Questo … si chiama politica».










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