lunedì 23 settembre 2024


13/12/2012 10:48:53 - Manduria - Politica

Nuovo tentativo per bloccare l’iter dell’appalto

 
Incongruenze e criticità ambientali ed economici del progetto del depuratore consortile sono evidenziate, ancora una volta, dai Verdi in una lettera indirizzata al Ministero dell’Ambiente.
Ripercorrendo le tappe principali della vicenda, i Verdi si soffermano in particolare sulla concentrazione di scarichi in mare lungo tutta la costa ionico-salentina. Cogliendo l’occasione fornita da una nota con la quale il Ministero dell’Ambiente richiedeva, al Comune di Nardò e al direttore dell’Area marina protetta di Porto Cesareo, chiarimenti in merito alle conseguenze sull’ecosistema marino della costruenda condotta sottomarina di scarico del depuratore di Nardò- Porto Cesareo, i Verdi richiamano l’attenzione su alcuni aspetti più specificatamente ambientali.
In particolare evidenziano come l’ecosistema marino, che risulta tutelato nella sua specificità dalla stessa Unione Europea, «verrà irrimediabilmente danneggiato nel medio e lungo termine dallo sversamento di una così grande quantità di reflui variamente depurati, che modificheranno la salinità, la trasparenza, la temperatura e la composizione chimico-fisica delle acque, con conseguenze per le specie animali e vegetali, allo stato non valutabili a pieno. Depuratori, alcuni in funzione, altri in fase di realizzazione, sono presenti lungo tutto il litorale ionico-salentino, esclusivamente sabbioso e caratterizzato da bassi fondali, partendo da Gallipoli, passando da Nardò- Porto Cesareo, Manduria-Sava, Lizzano, sino a Pulsano.
Questa circostanza induce a ritenere che la politica regionale di depurazione dei reflui urbani relativa a questo territorio sia interamente da rivedere».
Gran parte della lettera è dedicata chiaramente al depuratore di Manduria.
«Riteniamo che lo Studio di Impatto Ambientale prodotto dalla società proponente (A.Q.P.) non fornisca alcuna certezza circa la mancanza di effetti pregiudizievoli per l’integrità del sito ed in particolare della prateria di Posidonia Oceanica. E’ inconcepibile che, col pretesto dell’urgenza, in violazione dello spirito di tutta la normativa europea in materia ambientale, scelte che incidono così pesantemente su un territorio possano essere prese e portate avanti pur in presenza di una totale opposizione da parte delle popolazioni interessate, senza che queste siano state minimamente coinvolte in via preliminare nei processi decisionali e senza tenere in alcun conto i pareri degli enti territoriali interessati. Al contrario, sembra che la Regione Puglia voglia sempre più avocare a sé ogni potere decisionale in materia ambientale, sottraendo alle Amministrazioni Provinciali la potestà di autorizzare lo scarico lungo le coste. Si può affermare che, per la costruzione dei depuratori, la Regione è allo stesso tempo committente, progettista, ente autorizzatore, costruttrice e gestore finale dell’opera, con buona pace di trasparenza e collegialità».










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