lunedì 23 settembre 2024


16/12/2012 11:57:39 - Sava - Attualità

L’intervento di Vittorio Lomartire, presidente della cooperativa capofila dell’associazione tra imprese fra le cooperative sociali “Esperia” e “Rosa dei Venti”

 
«Come si può sostenere lo sviluppo locale e l’integrazione sociale se non si fa niente per incentivare la creazione di nuove imprese, o peggio se si compiono scelte che finiscono per ignorare i risultati di quelle esistenti?».
A porre il quesito è Vittorio Lomartire, presidente della cooperativa capofila dell’associazione tra imprese fra le cooperative sociali “Esperia” e “Rosa dei Venti”.
«Si sente discutere tanto del bisogno di politiche che aiutino le imprese, la produttività, l’occupazione, anche con l’impegno degli enti locali che in verità non hanno molti strumenti a loro disposizione» è la premessa di Lomartire. «Il legislatore, però, ha previsto alcuni strumenti normativi che, se attuati, possono dare uno stimolo concreto soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo».
Secondo Lomartire, però, le scelte dell’Amministrazione attuale risultano essere “penalizzanti per i soggetti della imprenditoria sociale”.
«Sono scelte che non tengono conto dei risultati ottenuti negli anni e del riconoscimento che le organizzazioni scolastiche e le utenze hanno sempre manifestato per il lavoro svolto» prosegue Vittorio Lomartire. «I soggetti onlus della cooperazione sociale nati nel nostro territorio operano senza scopi di lucro o di speculazione privata, perseguono finalità di integrazione e promozione sociale; hanno compiuto allo stesso tempo grossi passi in avanti conquistando credibilità e competenze gestionali. Nel corso degli ultimi 15 anni, in maniera potremmo dire ininterrotta, le diverse Amministrazioni locali hanno trovato in esse un valido punto di riferimento per l’espletamento dei servizi di refezione scolastica e per diverse prestazioni temporanee di servizi, raggiungendo allo stesso tempo importanti scopi sociali. Quali? L’organizzazione delle cooperative sociali è disciplinata da normative nazionali e regionali che si pongono l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti con disabilità e di soggetti svantaggiati, nella misura minima del 30% di presenze all’interno della forza lavoro. Le cooperative in questi anni hanno offerto possibilità di lavoro a tanti nostri concittadini e concittadine di ogni colore politico ed hanno dato un contributo al comparto economico rivolgendosi a fornitori, esercizi commerciali e studi professionali savesi.
Vogliamo quindi rappresentare un forte disappunto, condiviso da tutti i soci e dalle relative famiglie. Il nostro intento principale è quello di porre una questione che faccia riflettere sul ruolo della politica e sulle scelte da essa compiute, che fino a questo momento hanno evidentemente sacrificato la realtà economica locale a vantaggio di soggetti che non perseguono le medesime finalità sociali e che portano lontano dal nostro territorio i benefici economici del lavoro svolto».










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