lunedì 23 settembre 2024


16/12/2012 12:03:34 - Manduria - Politica

«A noi, mortali cittadini, non ci resta che aspettare che, quella che è già un’emergenza, diventi l’ennesima violenza ambientale ai danni della nostra terra?»

 
«E’ strano che i contenuti della Relazione Territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia”, redatta dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, e l’indagine conoscitiva di livello parlamentare, che ha riscontrato più di un lato oscuro nella gestione dei rifiuti in Puglia e che ha coinvolto il territorio manduriano in maniera non trascurabile, non provochi alcuna reazione».
Sull’ormai inevitabile sopraelevazione della discarica “Chianca” di Manduria, interviene il movimento 5 Stelle.
«Abbiamo già espresso il nostro parere negativo sulla scelta di consentire l’ampliamento della volumetria dell’impianto di contrada “Chianca”» si legge in una nota del movimento. «Abbiamo rinnovato l’invito ad individuare preliminarmente le cause che hanno portato alla precoce saturazione del sito “La Chianca” e i motivi, per esempio, che non hanno permesso il rispetto del Decreto 152/2006 (che poneva l’obiettivo di raggiungere entro il 2012 il 65% di raccolta differenziata), e che di fatto preannunciano una condizione emergenziale.
Dalla Relazione sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia emerge come le criticità dell’ATO TA/3 sono sorte da un insieme di fattori, concomitanze e responsabilità tipiche di chi non si dedica alla soluzione del problema ma mira ad ottenere una vantaggio dalla posizione ricoperta.
E’ per ciò che è (non) stato fatto e dimostrato finora che non si può considerare la scelta della sopraelevazione, come la migliore fra le soluzioni al problema della gestione dei rifiuti nell’ambito del bacino ATO TA/3 ed ancor meno accettabile è l’idea che questo progetto venga gestito da coloro che non hanno brillato in capacità.
A noi, mortali cittadini, non ci resta che aspettare che, quella che è già un’emergenza, diventi l’ennesima violenza ambientale ai danni della nostra terra?».










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