domenica 29 settembre 2024


07/01/2013 14:39:17 - Manduria - Attualitą

Ecco le osservazioni dei Verdi in merito alla procedura di V.I.A. in corso presso la Regione Puglia, relativa alla realizzazione di tre parchi eolici nel territorio di Manduria, denominati rispettivamente “Manduria est”, “Manduria est 2”, “Manduria est 3”

 
«Avendo preso visione dei progetti all’oggetto menzionati, presentati rispettivamente dalle società
“Monte s.r.l.”, ”Messapia Energia”, “Manduria Green”, per la realizzazione di un totale di 63 torri eoliche della potenza di 3 MW/cad e relative infrastrutture di collegamento alla stazione elettrica prevista in territorio del Comune di Erchie, il Partito dei Verdi, ritenendo di poter rappresentare presso di Lei gli interessi e gli orientamenti della popolazione manduriana, espone quanto segue.
·                   L’incremento dell’energia ricavata da fonti rinnovabili è un obiettivo irrinunciabile per contrastare i mutamenti climatici, come per abbattere i fattori inquinanti che minacciano la nostra salute: i Verdi lo sostengono da sempre e finalmente sembra che questa convinzione sia diventata patrimonio comune di opinione pubblica e governi (vedi Germania).Tuttavia la strada imboccata in Italia e in Puglia lascia campo libero agli speculatori, senza che le popolazioni possano essere informate o controllare i processi in atto. Esiste ed è disponibile un bilancio energetico della Regione Puglia, da cui si possa evincere se ad un KW/h in più prodotto con le fonti rinnovabili corrisponda un KW/h in meno derivante dalle fossili? Solo in questo caso i Pugliesi potrebbero ricavare un reale vantaggio dalle prime. Se al contrario la potenza installata serve solo alla compravendita di certificati verdi e se il mercato dell’energia continua ad essere monopolio dei soliti grandi gruppi, allora possiamo dire che il rapporto costi benefici è del tutto penalizzante per le nostre popolazioni.
·                   Il PEAR della Puglia prevede al 2016 il raggiungimento del tetto dei 4GW di potenza dall’eolico. Se effettivamente si realizzasse questa previsione, si raggiungerebbe il limite della potenza installabile in tutta Italia. Tuttavia già ora vi sono problemi di trasmissione, in quanto l’energia così prodotta non può essere stoccata, ma deve essere immessa subito in rete. Le reti, gestite da Terna, non possono far fronte ad una percentuale troppo alta di energia intermittente (mancanza di vento), pena un black-out. Aumenta la quota di energia non prodotta; nonostante ciò si continuano a depositare ed autorizzare progetti, in regime transitorio, poiché la maggior parte dei Comuni pugliesi non ha adottato i PRIE. Si arriverà all’assurdo di dover tenere accese le vecchie centrali per supportare le nuove?
·                   Se si dovessero raggiungere gli obiettivi previsti nel PEAR, la Puglia dovrebbe ospitare 2.000-2.500 torri eoliche, vale a dire una ogni 7,5/9,5 Km quadrati. Tenendo conto delle aree protette, delle riserve naturali ecc., il Salento dovrebbe ospitarne 500. Che ne sarà a quel punto del “marchio Salento” che si sta tentando di propagandare in tutto il mondo e che è fatto di un tutto indissolubile di paesaggio, ambiente, cultura, gastronomia, beni culturali, tradizioni, folklore, ecc.?
·                   L’inadempienza delle passate amministrazioni, che hanno omesso di approntare nei tempi previsti un piano comunale per la dislocazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, non deve far si che il nostro territorio diventi una sorta di “terra di nessuno”, sottoposto ad interventi che, a fronte di un ben misero “ristoro” per le casse comunali, si traducano in un danno per le attività economiche, quali l’agricoltura di qualità e il turismo rurale, che tanto faticosamente operatori coraggiosi stanno tentando di far decollare o incrementare.
·                   I parchi eolici in oggetto, se realizzati, avrebbero sul territorio un impatto devastante già in fase di cantiere, andandone a modificare gli assetti e gli equilibri, e, di conseguenza, modificando irreversibilmente l’ecosistema e mettendo in pericolo la sopravvivenza di flora e fauna, in particolare le specie aviarie. Per non parlare dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico, i cui effetti sulla salute non sono ancora del tutto quantificati.
·                   Il paesaggio italiano è un “unicum”, alla cui creazione hanno contribuito tanto madre Natura quanto gli uomini, nel corso dei millenni, con i loro interventi. Esso è un valore assoluto, un bene di tutti gli Italiani, non a caso tutelato dalla stessa Costituzione (art. 9 ). Alla valorizzazione del nostro paesaggio sono legate le prospettive per l’incremento di un turismo di qualità, attratto dalla tipicità del nostro territorio, dagli elementi caratterizzanti che lo rendono diverso da ogni altro. Ciò vale anche per Manduria, il cui territorio conserva ancora, anche in zona agricola, e nella fattispecie, nelle aree interessate dai progetti in oggetto, beni ambientali, architettonici e archeologici degni di essere preservati e valorizzati (macchia mediterranea, boschi di lecci, oliveti secolari, vigneti a perdita d’occhio, masserie, tratturi, muri a secco, resti di insediamenti pre-romani e medievali, ecc.).
·                   A ciò mirava il disciolto Consiglio comunale nel votare all’unanimità una mozione, che, se pure indirizzata a contenere la proliferazione degli impianti fotovoltaici, deliberava “di chiedere alla Regione Puglia , nell’ambito della sua attività programmatoria e pianificatoria dell’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, di demandare ai Comuni l’individuazione di aree non idonee, con particolare riferimento alle aree agricole ed al paesaggio rurale” ( deliberazione n° 56 del 15/07/2011).
 
Tutto ciò premesso, il Partito dei Verdi Le chiede di farsi interprete, presso gli Enti preposti, della contrarietà dei cittadini manduriani alla realizzazione degli impianti in oggetto e di esprimere, nelle sedi competenti, parere negativo.
Inoltre Le chiede di vigilare affinché:
1.                 siano rispettate le finalità recentemente espresse nella delibera di Giunta Regionale n° 2122 del 23/10/2012 e nella Legge Regionale n°44 del 14/12/2012 in merito alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale, anche a difesa degli interessi delle future generazioni;
2.                  gli Enti titolari di funzioni in materia di V.I.A., per ciò che è di rispettiva competenza, garantiscano, nei procedimenti in esame, l’osservanza delle prescrizioni contenute nella citata Delibera Regionale n°2122, in materia di impatti cumulativi;
3.                 si verifichi se i progetti di cui trattasi siano assoggettabili a V.A.S., ai sensi della citata Legge Regionale n° 44/2012».
 
Il presidente  
Michele Matino










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