lunedì 23 settembre 2024


09/01/2013 11:43:49 - Manduria - Politica

Blasi si dimette, poi torna indietro

  
In appena ventiquattrore il Pd s’è addestrato ancora una volta sul terreno più congeniale: complicarsi la vita, attorcigliarsi su dilemmi e faide, viaggiare sull’ottovolante emotivo. Il tema, manco a dirlo, è la composizione delle liste per Camera e Senato. E i riflettori sono stati sequestrati proprio dalla Puglia, al punto che nel cuore della giornata l’effetto domino aveva innescato il tornado - poi smorzato e rientrato: le dimissioni «irrevocabili» del segretario regionale Sergio Blasi, «in pieno e assoluto dissenso con il gruppo dirigente nazionale», poiché era stato «tradito lo spirito delle primarie» con liste «invase da immigrati del Nord». Parole al vetriolo, perché da Roma avevano demolito l’impostazione delle liste varate domenica in direzione regionale, bocciando i nomi della società civile precettati da Blasi, premiando smaccatamente i sette “paracadutati” dalla segreteria nazionale, e penalizzando oltremodo i vincitori delle primarie parlamentari. Ma alla fine di una giornata di serrate trattative il fatturato pugliese recita pressapoco così: sette nominati equamente distribuiti, la conferma degli sponsorizzati da Blasi (il sociologo Franco Cassano, peraltro capolista alla Camera, l’intellettuale Massimo Bray e il rettore Corrado Petrocelli), due sorprese last minute della quota nazionale (Ivan Scalfarotto ed Enzo Lavarra) oltre ai due già opzionati (il fasanese Nicola Latorre e Alberto Losacco), lo slot promesso al Partito socialista liberato per accontentare un po’ tutti. Blasi, esausto, può cantare vittoria. E ritirare le dimissioni. Ma qualche ferita sul corpo del Pd resta.
 
La giornata. Occorre allora riavvolgere il nastro. Nel cuore della notte il segretario pugliese è ricevuto dal conclave nazionale. Blasi posa sulla scrivania il “papello” con le liste varate a Bari: Cassano e Anna Finocchiaro (espressione della segreteria nazionale, ma eletta alle primarie nel collegio di Taranto) capilista, i nominati piazzati senza irritare troppo gli eletti locali (primo, terzo, 17esimo, 18esimo, 19esimo posto alla Camera su 19 possibili eletti e primo, secondo, ottavo a palazzo Madama su 8-9 potenziali senatori). Scoppia il caos: il comitato di saggi nazionali ha necessità di sistemare in Puglia un po’ di paracadutati, spuntano i nomi del renziano Ivan Scalfarotto, della senatrice Francesca Marinaro, dell’eurodeputato barese Enzo Lavarra, di un socialista, tutti peraltro da catapultare in postazioni nobili («entro i primi 14 alla Camera e i primi 6 al Senato») ed evaporano così nel nulla Petrocelli e Bray («vuoi accontentare solo i tuoi che non ci portano voti», è l’accusa concitata rivolta a Blasi). Il segretario è furioso, gonfia la giugulare, va via sbattendo la porta e rassegna le velenose dimissioni irrevocabili intorno alle 2,45. Passano le ore, e i pontieri si attivano per far rientrare il caso, perché - spiegano - «sarebbe un pericoloso boomerang». Intercede Pier Luigi Bersani e Blasi s’ammorbidisce, al punto che scompare l’aggettivo «irrevocabili» (anche dal sito web, poi messo offline). Affiorano le prime dichiarazioni di pace: «Il confronto - spiega il leader pugliese - è proseguito positivamente grazie al lavoro costruttivo svolto con il gruppo dirigente nazionale e, in particolare, con Bersani».
 
La soluzione. La direzione nazionale, alla fine, impacchetta un capolavoro doroteo, che fondamentalmente dà ragione a Blasi: ci sono Petrocelli e Bray (oltre a Cassano), ci sono anche i paracadutati pretesi da Roma, i sette nominati sono sparpagliati in postazioni tutto sommato digeribili (alla Camera primo Cassano, secondo Bray, 12esimo Losacco, 13esimo Scalfarotto e 18esimo Lavarra; al Senato prima Finocchiaro, secondo Latorre, settimo Petrocelli), e nel novero dei 27 eleggibili sono accontentate tutte le province come da accordi (sei Bari, quattro Lecce, tre Foggia e Taranto, due Bat e Brindisi). Di certo non esultano troppo quanti, passati dal battesimo delle primarie, slittano di uno o due gradini rispetto all’impostazione della direzione regionale (Elisa Mariano, Colomba Mongiello, Fritz Massa, Ludovico Vico tutti alla Camera tra il 14esimo e il 17esimo posto; Margherita Mastromauro, scivolata 19esima tra i deputati; Giusi Servodio ottava al Senato).
 
Blasi resta. In serata Blasi firma l’armistizio e ritira le dimissioni: «Come in tutte le battaglie ci sono dei momenti difficili. Il mio gesto era esclusivamente legato al sentimento che ho avvertito di dover difendere la Puglia. Abbiamo cercato fino all’ultimo di mettere in sicurezza il risultato delle primarie. Mi preme sottolineare che è stata salvaguardata la valorizzazione delle specificità del territorio e quella parte di competenza e sensibilità civica che come partito regionale avevamo proposto. Ho agito in coerenza con quanto sostenuto da Bersani, che ringrazio per aver mantenuto aperto il dialogo, e nell’esclusivo interesse di una lista forte e rappresentativa. Siamo riusciti a spalmare la quota nazionale su tutta la lista sino alle ultime posizioni utili e non solo nella parte alta. Ringrazio le personalità come Cassano, Bray e Petrocelli che in queste ore difficili si sono affidati al lavoro del segretario regionale».
 
CAMERA
 
1) Franco Cassano,
2) Michele Bordo,
3) Massimo Bray,
4), Liliana Ventricelli,
5) Teresa Bellanova,
6) Antonio Decaro,
7) Francesco Boccia,
8) Michele Pelillo,
9) Salvatore Capone,
10) Dario Ginefra,
11) Gero Grassi,
12) Alberto Losacco,
13) Ivan Scalfarotto,
14) Elisa Mariano,
15) Colomba Mongiello,
16) Fritz Massa,
17) Ludovico Vico,
18) Enzo Lavarra,
19) Margherita Mastromauro,
20) Adalisa Campanelli,
21) Alessandro Emiliano,
22) Cosimo Casilli,
23) Gloria Anna Saracino,
24) Paolo Foresio,
25) Antonella Vincenti,
26) Pietro Augusto de Nicolo,
27) Pierluigi Bianco,
28) Teresa Zaccaria,
29) Giovanni Giannini,
30) Antonella Daniela Maglie,
31), Maria Andriano,
32) Cinzia Capano,
33) Agnese Manca,
34) Vincenzo Angelini,
35) Enrico Fusco,
36) Romina Alemanno,
37) Antonio Gennaro,
38) Michelangelo Superbo,
39) Maria Cristina Cervellera,
40) Maria Palladino,
41) Giuseppe Paolillo
 
SENATO
 
1) Anna Finocchiaro,
2) Nicola Latorre,
3) Salvatore Tomaselli,
4) Loredana Capone,
5) Vito Antonacci,
6) Elena Gentile,
7) Corrado Petrocelli,
8) Giusy Servodio,
9) Cosimo Durante,
10) Gilda Binetti,
11) Rocco Ressa,
12) Vincenzo Montanaro,
13) Sandra Antonica,
14) Assunta Carmela Messina,
15) Elisabetta Matera,
16) Fonte Lofano,
17) Maria Maugeri,
18) Maria Grazia Cascarano,
19) Claudia Battafarano,
20) Maria Teresa Bardoscia










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